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VIDEO | Torricelli (Engim): “In Ecuador la repressione è sempre più violenta”

Nel Paese sudamericano è sciopero contro il presidente Lenin Moreno

Pubblicato:09-10-2019 16:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:48

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ROMA – “Le proteste sono di massa e sempre più forti; la nostra paura è che anche la repressione si intensifichi, perché con lo stato di emergenza i diritti dei cittadini non sono più garantiti”: così all’agenzia Dire Ylenia Torricelli, cooperante italiana, in Ecuador con l’ong Engim.

La testimonianza è raccolta telefonicamente da Tena, il capoluogo della provincia di Napo, sulla via tra Quito e le province dell’Oriente amazzonico. “L’allarme riguarda anzitutto la capitale dove oggi si stanno concentrando le manifestazioni per lo sciopero generale indetto dai movimenti indigeni e sindacali” sottolinea Torricelli: “I dimostranti chiedono la revoca dell’abolizione dei sussidi per la benzina imposta dal Fondo monetario internazionale e poi, ormai apertamente, le dimissioni del presidente Lenin Moreno”. Lo stato di emergenza, proclamato inizialmente per un periodo di due mesi, è stato ridotto a 30 giorni. “C’è stato un intervento della Corte costituzionale ma la sostanza nell’immediato non cambia” sottolinea la cooperante di Engim, una ong parte della federazione del volontariato cattolico Focsiv: “C’è un’insicurezza diffusa, le informazioni circolano quasi soltanto sui social network, è impossibile spostarsi da una città all’altra a causa dei blocchi stradali e si teme che possano saltare anche le forniture di acqua ed elettricità”. Pesano le difficoltà di un compromesso. Torricelli cita l’ultimo discorso di Moreno, che ha escluso passi indietro e denunciato anzi un complotto contro il governo tirando in causa il suo predecessore Rafael Correa e il presidente venezuelano Nicolas Maduro. A completare il quadro, dopo il trasferimento della sede dell’esecutivo da Quito a Guayaquil, città costiera meno vicina dall’epicentro delle proteste, l’introduzione di un coprifuoco. “Dalle otto di sera fino alle cinque del mattino è proibito avvicinarsi alle sedi istituzionali” riferisce Torricelli. Che sulla situazione a Tena e nei centri di provincia aggiunge: “La tensione forse è meno esplosiva, ma i blocchi stradali, la chiusura dalla settimana scorsa di scuole e uffici pubblici e le conseguenze del carovita generalizzato si fanno sentire anche qui”.


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