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FOTO | Ustica, studenti Accademia Bologna ripuliscono (gratis) il relitto del Dc9

I giovani restauratori hanno eliminato polvere e riattaccato la vernice dove possibile: sono stati pagati solo in crediti formativi

Pubblicato:09-10-2019 14:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:48
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BOLOGNA – Quindici studenti dell’Accademia di Belle arti di Bologna hanno ripulito il relitto del Dc9 Itavia abbattuto sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980. Pagati solo in crediti formativi (si tratta di un cantiere-scuola di 100 ore, reso possibile da un accordo col museo della Memoria), i giovani restauratori, tutti del terzo anno, hanno eliminato polvere, riattaccato la vernice dove possibile e ripulito anche escrementi di piccione, segno che qualche animale dal 2007 ad oggi è entrato nel museo di via Saliceto dove l’aereo di Ustica è diventato una toccante opera dell’artista Christian Boltanski.

Ma oltre ad usare con cura pennelli e spugne in lattice per rimuovere il più possibile i residui del tempo, gli studenti hanno fotografato e mappato punto per punto il degrado del velivolo, che dopo i tanti anni trascorsi sul fondo del mare è stato depositato a Pratica di Mare prima del trasferimento nell’ex capannone del Navile. La mappatura digitale ha riguardato anche i circa 250 cartellini fissati sulle componenti del relitto dai tempi dell’indagine.













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Quella conclusa oggi con la presentazione alla stampa è la seconda tranche di ripulitura del Dc9: lo scorso anno gli studenti dell’Accademia si erano occupati del lato destro del relitto, quest’anno è stata la volta di quello sinistro, per circa due settimane e mezzo di cantiere, durante le quali i visitatori del museo hanno comunque potuto entrare nella sala.

“Non è un vero e proprio restauro- precisa la docente Carlotta Zanasi, che ha lavorato al progetto insieme ai colleghi Lucia Vanghi e Andrea Vigna- l’idea è stata quella di riportare il relitto allo stato di conservazione di quando è arrivato da Pratica di Mare”. Dal 2007 ad oggi, infatti, polvere, umidità e variazioni di temperatura all’interno del museo hanno contribuito a deteriorare l’aereo. Per questo durante il cantiere sono state monitorate continuamente anche temperatura e umidità relativa.

Ora l’Accademia darà indicazioni per la manutenzione futura dell’opera di Boltanski: almeno un paio di giornate di lavori l’anno per mantenere lo stato di conservazione. “Noi daremo la disponibilità per farlo, ma ovviamente questo avrà un costo”, spiegano i docenti dell’Accademia.

La presidente dell’associazione famigliari delle vittime, Daria Bonfietti, ringrazia. “Lo scorso anno ero sconvolta nel vedere un solo lato pulito, ora è venuto molto bello. Questo è il livello più alto del rapporto tra il museo e il mondo della scuola”. Bonfietti è soddisfatta anche per il reclutamento da parte dell’Alma mater di un ricercatore che grazie al Comune di Bologna si occuperà degli anni dello stragismo. “Se non riusciremo a farci dire la verità dai paesi che avevano i loro aerei nei nostri cieli quella notte, forse ci arriveremo con la ricerca storica, dice.

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