ROMA – Salta il tavolo dell’Ilva al Mise. Da quanto si apprende da fonti sindacali, il ministro Carlo Calenda ha comunicato all’azienda che “non è accettabile aprire il tavolo, senza garantire le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori. Pertanto il tavolo è annullato. L’azienda dovrà tornare al tavolo dopo il confronto con gli azionisti”.
Se ciò non avvenisse il governo, avverte Calenda, “metterà in campo tutto quanto è nelle sue prerogative per far rispettare gli impegni presi“. Le organizzazioni sindacali hanno apprezzato la posizione del governo.
Il governo non ha avuto dall’azienda rassicurazioni sul rispetto dei livelli salariali dei lavoratori. Lo riferisce il ministro Calenda, conversando con i giornalisti dopo aver fatto saltare il tavolo sull’ilva. Il ministro spiega che “quello che manca rispetto all’offerta non sono i numeri degli esuberi, su cui si può discutere e che fanno parte della trattativa, ma manca un pezzo dell’impegno che l’acquirente ha preso nei confronti del governo, che riguarda i livelli salariali e gli scatti di anzianità, su cui non si prevedeva di ripartire da zero ma anzi di mantenere quelli attuali. In assenza di conferma su questo punto- chiude- che è molto molto importante, il governo ritiene che non ci siano le premesse per aprire un tavolo di confronto”.
“Tutti i lavoratori vengono tutelati: chi non viene preso dalla società entrante rimane in carico alla amministrazione straordinaria, che deve fare la bonifica e ha già in cassa 1,3 miliardi per farle. Confermo quindi che nessuno viene lasciato per strada“, afferma il ministro Calenda.
di Marta Tartarini, giornalista professionista
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