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Femminicidio a Pesaro, i figli di Ana Cristina hanno visto tutto. Marito in silenzio dal Gip

Il bambino più grande, di 12 anni ha difeso i fratellini e chiesto aiuto ai vicini per la madre riversa in un lago di sangue. Macerata, migliorano le condizioni del padre accoltellato dal figlio

Pubblicato:09-09-2024 11:46
Ultimo aggiornamento:09-09-2024 18:06

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PESARO – Prima si è preso cura dei fratellini più piccoli, poi ha cercato di tamponare le ferite della madre e chiamato i soccorsi. Si è precipitato per strada, gridando e intercettando i vicini che parlano di un ragazzino-eroe. Il figlio più grande di Ana Cristina Duarte Correia ha solo 14 anni, insieme ai due fratelli di 6 e 12 anni, è stato testimone di un crimine terribile: la mamma, 38 enne, è stata accoltellata sotto i loro occhi dal padre, Ezio di Levriano, 54 anni, che poi è fuggito lasciandoli in un lago di sangue. Il resto purtroppo è ormai noto, si parla infatti del femminicidio di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro, avvenuto nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre. Ana Cristina è morta all’ospedale Torrette di Ancona, purtroppo non c’è stato nulla da fare: è stata raggiunta da cinque coltellate mortali. I bambini, come unici testimoni del delitto, sono stati ascoltati ieri, in modalità protetta, alla presenza del magistrato, il sostituto procuratore Irene Lilliu,e hanno raccontato ciò che hanno visto. I tre figli ora si trovano dai nonni paterni, che abitano in una frazione vicina, in attesa che si decida se mandarli in una casa famiglia.

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Quello che si sa, dalle testimonianze dei vicini, è che i bambini sono rimasti accanto alla mamma in fin di vita, mentre il padre è fuggito con il coltello in mano per poi essere trovato dai carabinieri poco dopo nel vicino campo sportivo e finire ammanettato. ll 54enne di origini pugliesi è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e portato in carcere a Villa Fastiggi. Oggi, interrogato dal Gip, assistito dall’avvocato d’ufficio Gaia Vergari, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La legale, al termine del colloquio, ha parlato di un uomo molto provato e addolorato per i suoi figli. Proprio i tre bambini “sono la sua preoccupazione principale in questo momento”, ha sottolineato.


Sempre dalle testimonianze dei vicini è emerso che la coppia, trasferita da pochi mesi nel borgo di Saltara, nel territorio comunale di Colli al Metauro, litigasse spesso e che il loro rapporto fosse burrascoso.
La donna infatti si era allontanata temporaneamente per poi tornare proprio nella notte del suo omicidio e scatenare l’ennesimo scontro dal tragico epilogo. Gli stessi Carabinieri locali erano a conoscenza delle difficoltà della 38enne che aveva segnalato loro i maltrattamenti, pur decidendo di non presentare denuncia contro l’uomo. Era una situazione già compromessa, tanto che il “codice rosso” era stato attivato dalle istituzioni preposte, e nota alla comunità.

GAGLIOLE, LA MADRE: “SI STAVA TAGLIANO, VOLEVAMO FERMARLO”. MIGLIORANO LE CONDIZIONI DEL PADRE

Un raptus imprevisto su cui tutto il paese di Gagliole, in provincia di Macerata, si sta ancora interrogando è invece a monte della tragedia familiare che ha portato a un duplice tentato omicidio, avvenuto venerdì scorso. “Si stava ferendo con il coltello, abbiamo tentato di fermarlo e allora ci ha aggrediti”: è quanto in sintesi ha riferito agli inquirenti la madre del 23enne Ivan Zamparini, Souad Kanane. La donna, 60enne, è stata sentita in ospedale a Camerino, dove è ricoverata per le ferite inflitte dal figlio nel corso di un raptus improvviso, e avrebbe confermato la prima ricostruzione dei fatti avvenuti a Gagliole, quando il figlio ha ferito lei e, in modo più grave, il padre 65enne Terenzio Zamparini.

L’uomo sarà sentito non appena le sue condizioni lo renderanno possibile, al momento è ricoverato all’ospedale Torrette di Ancona dove è stato sottoposto a un intervento d’urgenza a causa delle ferite multiple al torace e all’addome ed è attualmente ricoverato in prognosi riservata. Ma l’operazione d’urgenza è riuscita e le sue condizioni sembra in miglioramento.

RESTA INTUBATO IL FIGLIO, SU DI LUI L’ACCUSA DI DUPLICE TENTATO OMICIDIO

Resta invece ancora intubato e sedato, sempre all’ospedale di Ancona, il ragazzo. Ivan Zamparini, per le ferite che si è autoinflitto con un coltello da cucina da 22 centimetri alla trachea: non è ancora in condizioni di respirare autonomamente o di essere risvegliato, ma le sue condizioni sono stabili. Il 23enne è anche piantonato perché in capo a lui pende l’accusa di duplice tentato omicidio. Al sostituto procuratore Francesco Carusi, che coordina le indagini sull’accaduto, saranno consegnate anche le analisi tossicologiche effettuate in ospedale.

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