NEWS:

Da Milano alla Nuova Zelanda: ecco la Settimana per la pace dei “Russi liberi”

L'attivista Natali Rigvava: "Non tutti sono a favore della guerra in Ucraina ma chi parla in Russia rischia l'arresto"

Pubblicato:09-09-2022 14:26
Ultimo aggiornamento:09-09-2022 14:26

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “‘Pace per l’Ucraina, libertà per la Russia’. E’ questo il nostro slogan, perché il primo Paese ha subito un’invasione mentre nel secondo c’è un governo corrotto che reprime i diritti”. Nataly Rigvava è un’attivista di origine russa, esponente della Comunità dei Russi liberi di Milano. L’agenzia Dire la contatta mentre è in corso in oltre venti città del mondo una settimana di solidarietà dal titolo ‘Il futuro senza terrore e guerre’, iniziata sabato 3 settembre, e che si concluderà il prossimo 11 settembre.
Un’iniziativa indetta in coordinamento con altre comunità di “russi liberi” che nel mondo si sono spontaneamente create a partire dall’arresto dell’oppositore Aleksey Navalny, a inizio 2021, e che si sono poi ingrandite e rafforzate all’indomani dell’offensiva avviata da Mosca sull’Ucraina. Da allora, si sono susseguiti sit-in di protesta coordinate tramite i social. A milano in particolare, i russi liberi hanno anche partecipato ai cortei degli ucraini “portando la bandiera russa priva della striscia rossa”, tiene a chiarire Rigvava, in riferimento alla bandiera bianco-blu-bianco adottata dagli oppositori di Putin.

IL DIALOGO TRA GLI ATTIVISTI RUSSI E UCRAINI

Un rapporto, quello con gli ucraiani, “di dialogo e fiducia costruito con rispetto e pazienza, che prosegue” afferma Rigvava, che aggiunge: “vogliamo ribadire che in Russia non tutta la popolazione è a favore della guerra. Ma chi critica le decisioni delle autorità sa che potrebbe essere arrestato, e anche se i detenuti di coscienza non sono molti, rischiano condanne pesanti. E chi è contrario, preferisce non parlare troppo della guerra neanche con noi residenti all’estero”.
La settimana per la pace è partita il 3 settembre e a Milano ha fatto tappa a piazza Mercanti, in una data densa di significato: “il 3 settembre del 2004 avvenne la strage di Beslan” ricorda l’attivista, citando l’intervento delle forze speciali russe che per liberare una scuola dell’Ossezia del nord presa in ostaggio da separatisti ceceni, aprirono il fuoco contro i ribelli. Negli scontri e nelle esplosioni che ne seguirono persero la vita 300 civili, di cui oltre la metà bambini. “Abbiamo commemorato quelle piccole vittime nonché le morti di oggi tra i bambini dell’Ucraina, entrambe provocate dalle scelte del presidente Putin”, accusa l’attivista.

Allestito quindi nella piazza meneghina un banco di scuola intorno al quale “abbiamo sistemato delle candele, le foto delle vittime e degli striscioni con su scritto i crimini di cui è accusato Putin. Abbiamo attirato molta attenzione- assicura Rigvava- e molta gente si è fermata per chiederci informazioni e scambiare idee, anche opposte”.


LA CAMPAGNA GUARDA ANCHE ALL’11 SETTEMBRE

L’iniziativa ‘Il futuro senza terrore e guerre’, che prevede delle tappe anche in varie città dell’Europa, dell’Asia, e delle Americhe, nonché a Wellington e Auckland in Nuova Zelanda, si concluderà sabato 11 settembre in concomitanza con un’altra data significativa: gli attacchi negli Stati Uniti del 2001, perché “noi consideriamo la guerra di Putin un’azione terroristica” dice l’esponente dei russi liberi.
Una settimana quindi per “chiedere la pace” ma “non lo stop dell’invio delle armi in Ucraina: noi siamo a favore, perché senza è impossibile porre fine a questo conflitto. Non possiamo permettere che la Russia occupi tutta l’Ucraina ed è normale che i paesi occidentali inviino armamenti: lo fanno anche per difendere i propri valori” conclude.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it