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La consorella di suor Maria: “In Mozambico è guerra ma restiamo col popolo”

Parla suor Elisa Kidané nel giorno delle esequie di De Coppi: "Sul tema aveva le idee molto chiare"

Pubblicato:09-09-2022 16:28
Ultimo aggiornamento:09-09-2022 16:28

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ROMA – “Le comboniane resteranno in Mozambico perché hanno sposato il popolo; sono state al suo fianco durante la guerra civile e lo saranno ancora, durante questo nuovo conflitto: il gas fa gola a tutti e i diritti della gente sono calpestati”. Così all’agenzia Dire suor Elisa Kidané, consorella di suor Maria De Coppi. La religiosa parla dopo l’assassinio della missionaria veneta, colpita durante l’agguato di un commando ribelle nella sua missione di Chipene, nella provincia settentrionale di Nampula.

LE ESEQUIE DI SUOR MARIA

“I funerali si svolgono oggi, presso la località di Monapo” annuncia suor Kidané. “Suor Maria sarà sepolta nel cimitero di Carapira, accanto alle altre comboniane del Mozambico e anche a suor Teresa Dalle Pezze, pure lei nata nel 1939: originaria del veronese, fu uccisa durante il conflitto civile seguito all’indipendenza, in un raid dei guerriglieri”. I fatti risalgono al 1985. Le vittime dell’imboscata furono venti. Suor Teresa fu ritrovata nell’erba, con i segni di tre proiettili di arma da fuoco. Fu sepolta a Carapira, lo stesso luogo dove domani si terranno le esequie.

A officiarle sarà il vescovo di Nampula, monsignor Alberto Vera Aréjula. Con lui i missionari scampati all’agguato di martedì a Chipene, il parroco don Lorenzo Barro, don Loris Valdignon, suor Angeles Lopez Hernandez e suor Eleonora Reboldi.


IL PESO DEL GAS NEL CONFLITTO IN CORSO

Le comboniane sono in Mozambico da decenni, ben prima dell’inizio del conflitto civile seguito all’indipendenza dal Portogallo nel 1975, terminato nel 1992 grazie a un accordo mediato dalla Comunità di Sant’Egidio. “Oggi nel Paese ci sono circa 30 consorelle, sia italiane che di altre nazionalità, latinoamericane e africane, in linea con la vocazione della nostra congregazione” dice suor Kidané, sentita a Roma, originaria dell’Eritrea. Ma quali sono le ragioni del conflitto, cominciato nel 2017, in coincidenza con l’avvio dei progetti di sfruttamento del gas naturale da parte delle multinazionali straniere? “Su questo suor Maria era stata molto chiara” risponde suor Kidané. “Il gas è una ricchezza enorme che fa gola a tutti e che poi porta a calpestare i diritti della gente; viene esportato in tutto il mondo, ma la gente del Mozambico continua a vivere in casa con le candele”.

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