NEWS:

Lucio Battisti, 18 anni fa la fine di Un’avventura

La sua un'eredità in note indimenticabili

Pubblicato:09-09-2016 14:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

lucio-battistiROMA – Lucio Battisti, un’assenza lunga 18 anni. Se il metro degli interessi giornalistici degli italiani è Google News, c’è il sospetto che uno dei più grandi cantautori italiani sia caduto, ormai, nel dimenticatoio. Nella lunga lista di notizie selezionate dal motore di ricerca, infatti, oggi 9 settembre, non c’è traccia di Lucio Battisti. Nessuno interessato al triste anniversario della musica italiana. Eppure, alzi la mano chi non canticchi, di tanto in tanto, uno dei suoi brani. Da “Il mio canto libero” a “Una donna per amico”, da “Un’avventura” a “Acqua azzurra, acqua chiara”.

Lucio Battisti 18 anni senza la sua musica

Il 9 settembre 1998 Lucio Battista moriva a Milano. Aveva solo 55 anni. Era nato a Poggio Bustone in provincia di Rieti il 5 marzo 1943. Solo un giorno dopo Lucio Dalla. L’interesse per la chitarra nacque dopo la promozione ottenuta in terza media. Questo il regalo che chiese a papà Alfiero e mamma Dea. Proprio come accade ai grandi divi del cinema anche la vita di Battisti è avvolta nel mistero, con voci incontrollate e molti “buchi”. Del resto è sempre stato un personaggio molto riservato e lontano dal gossip, anche negli anni del grande successo popolare.

Lucio Battisti, gli esordi

Gli esordi nel 1962, a Napoli, con ‘I Mattatori’. Da Napoli a Milano, passando per Roma, la gavetta del giovane Lucio è di tutto rispetto. “Il 14 febbraio del 1965, si legge su Wikipedia, Battisti riesce ad avere un appuntamento con il discografico Franco Crepax: durante il provino, viene notato da Christine Leroux, un’editrice musicale di origine francese, arrivata a Milano negli anni sessanta, contitolare delle edizioni El & Chris. Cacciatrice di talenti per la casa discografica Ricordi, fu lei una delle prime a credere nel talento di Battisti, e fu lei a procurargli il fatidico appuntamento con l’autore Giulio Rapetti, in arte Mogol”.


Lucio Battisti con Mogol colonna sonora italiana

Nel 1967, Mogol e Battisti sono gli autori del brano “29 settembre” che, interpretato dagli Equipe 84 e più volte trasmesso nel programma radiofonico Bandiera gialla. Il brano si classificò al primolucio-battisti-mogol posto nella hit parade. Nel 1968 pubblica il singolo “Prigioniero del mondo/Balla Linda”. Quest’ultima ancora attuale e tra le sue interpretazioni più amate. Poi arriva il Festival di Sanremo. È il 1969, è il tempo di “Un’avventura”. Il 4 marzo 1969 esce il suo primo album, intitolato Lucio Battisti, una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli, più sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti, qui interpretati da Battisti. Il 28 marzo pubblica il secondo singolo dell’anno, Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze. Impossibile, nel breve spazio di un articolo, ripercorrere la carriera di Battisti e il sodalizio con Mogol. Basta forse ricordare che dal 1969 e per tutti gli anni settanta, Lucio Battisti raggiunge il culmine della popolarità e del successo. I suoi album sono costantemente tra i primi posti nelle classifiche di vendita degli anni che vanno dal 1969 al 1980.

Lucio Battisti mette in riga Pink Floyd e Elton John

“Nel 1973, caso raro nella storia discografica italiana, riesce a conquistare il primo ed il secondo posto in classifica (con Il mio canto libero e Il nostro caro angelo), distanziando opere di respiro e successo internazionali come The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (3°) e Don’t Shoot Me I’m Only the Piano Player di Elton John (4°).

Battisti Mogol, fine di “un amore”

«Il nostro rapporto è il rapporto di due persone di questo tempo che dopo tanti anni di lavoro assieme […] improvvisamente, per divergenze di interessi, si sono messi ognuno su una sua rotaia, su una sua strada, per cui adesso da quattro o cinque anni a questa parte ci vediamo al massimo un mese all’anno. […] È l’esperienza di due persone che stanno diventando completamente diverse.»

Con “Una giornata uggiosa” i due autori si separano. Mogol sposa la via di Riccardo Cocciante, Battisti sperimenta nuove collaborazioni prima con Velezia (pseudonimo di Grazia Letizia Veronese) poi con Pasquale Panella. Con quella che diventerà sua moglie, Letizia Veronese, pubblica l’album E già, è il 1972. Un lavoro che lascia spiazzato il suo pubblico. Via le chitarre, via gli archi e spazio ai sintetizzatori e agli arrangiamenti elettronici. Con Panella, arrivano, poi, altri cinque album tutti sperimentali che il grande pubblico pare apprezzare poco. Sicuramente meno dei grandi successi battezzati con Mogol. Gli ultimi lavori firmati da Battisti portano i nomi di “Don Giovanni” e “Hegel”.

lucio-battisti-3Lucio Battisti vita e morte nel mistero

Ritiratosi dalla scena pubblica la vita di Battisti si ammanta di mistero. Tra il 29 e il 30 agosto 1998 la notizia del ricovero di Battisti in una clinica milanese si diffonde ad una velocità impressionante. Oggi si potrebbe definire “virale”. Durante gli 11 giorni di ricovero, la famiglia vietò la divulgazione dei bollettini medici. Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e l’8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Paolo di Milano. Muore la mattina del 9 settembre 1998. Le cause della morte non sono state comunicate ufficialmente. L’unico bollettino medico rilasciato a tal proposito recita testualmente

«Il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall’esordio».

Ai funerali, celebratisi a Molteno, la famiglie ammise la partecipazione di sole 20 persone. Tra queste l’amico di sempre Mogol.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it