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Calais, Unhcr: “Serve protezione, non un muro”. E una cronista finisce tra i lacrimogeni

La portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati boccia l'idea della Gran Bretagna di costruire un muro lungo un chilometro e alto quattro metri

Pubblicato:09-09-2016 13:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

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ROMA – “Il muro non è una soluzione per risolvere la situazione a Calais”. Queste le parole di Nora Sturm, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), interpellata telefonicamente dall’agenzia Dire a proposito della decisione del governo britannico di finanziare la costruzione di una barriera in cemento armato a Calais. Alta quattro metri e lunga un chilometro, questa cercherà di impedire alle persone migranti di raggiungere la strada che collega al porto da cui partono le navi, i treni e i tir attraverso la Manica, alla volta del Regno Unito.

sturm“Comprendiamo le preoccupazioni legate alla sicurezza dei paesi coinvolti da questa crisi, tuttavia la risposta al problema di Calais dovrebbe essere orientata alla protezione. Questa situazione deve cambiare- prosegue Nora Sturm- per questo l’Unhcr incoraggia la Francia ad adottare una strategia di lungo termine e un piano per la gestione della crisi. Noi siamo pronti a fornire il nostro supporto alle autorità francesi in questa azione- sottolinea ancora- introducendo misure volte alla protezione di queste persone”. La portavoce dell’Alto commissariato garantisce infine che l’organismo Onu “monitora la situazione di Calais e delle aree circostanti in modo continuativo, e sta portando avanti i colloqui con le autorità locali, le ong operative sul terreno e – cosa ancora più importante – le persone interessate'”.


A CALAIS CRONISTA COLPITA COI GAS LACRIMOGENI

migrantiUna nota cronista inglese, Katie Hopkins, che si trovava nella ‘Giungla di Calais’ per documentare la situazione, è stata raggiunta dai gas lacrimogeni che la polizia francese ha sparato contro i migranti. Questi stavano cercando di raggiungere l’area in cui sostano i tir prima di entrare nel porto, con l’intenzione di nascondersi al loro interno e raggiungere così la Gran Bretagna. Nel video realizzato dall’operatore, si vede la corsa dei migranti verso l’area di sosta e quindi si sentono le grida degli agenti che gli intimano di fermarsi. A un tratto la giornalista – decisa in un primo momento a restare nel mezzo della mischia – dice al cameraman di tornare indietro perchè si è accorta dei gas lacrimogeni. Questi hanno raggiunto anche lei e il video operatore.

Poco dopo, nella confusione, il collega verrà anche rapinato del cellulare e del portafogli, secondo il resoconto riportato dal ‘Daily Star’. La situazione nel campo profughi di Calais si fa di giorno in giorno più tesa: la Gran Bretagna è sempre più decisa a non accettare i migranti che affollano la cittadina della Francia del nord, e solo pochi giorni fa ha fatto sapere che costruirà un muro – lungo un chilometro e alto quattro metri – per impedire a queste persone di raggiungere la strada che conduce al porto. Si stima che nel campo profughi illegale vivano almeno 3mila persone, tra cui naturalmente anche donne, bambini, anziani e ammalati. Qualche mese fa Londra si è rifiutata di accogliere anche i minori non accompagnati.

Cliccando qui potete vedere il video pubblicato dal Daily Star.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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