ROMA – Bufera in USA per le parole del candidato repubblicano alla Casa Bianca ed ex Presidente Donald Trump. A destare tanto clamore, questa volta, è il paragone tra i suoi comizi e quelli di Martin Luther King. Dalla Florida, a Palm Beach, il tycoon si espone a un confronto scomodissimo, tirando in ballo uno dei leader americani più amati di sempre. Secondo Trump, infatti, c’erano più persone ad assistere al suo discorso davanti alla Casa Bianca il 6 gennaio 2021, giorno dell’assalto a Capitol Hill, rispetto a quanti ascoltarono dal vivo, il 28 agosto 1963 al Lincoln Memorial, il celebre “I have a dream”.
Il tycoon ha detto: “Nessuno ha parlato a folle più grandi di me. Se si guarda a Marthin Luther King quando ha fatto il suo discorso, il suo grande discorso, e si guarda al nostro, stesso spazio, stesso tutto, stesso numero di persone. Anzi, noi ne avevamo di più. Hanno detto che lui aveva un milione di persone, ma io ne avevo 25.000. Ma quando si guarda la stessa identica immagine e tutto è uguale, perché si trattava delle fontane, di tutto l’insieme, da Lincoln a Washington. E si guarda la foto della sua folla e della mia folla. In realtà, avevamo più persone. Hanno detto che io avevo 25.000 persone e lui un milione. E mi sta bene perché mi piaceva il dottor Martin Luther King”.
Parole che, ovviamente, hanno scatenato reazioni in tutto il Paese, comprese bordate di critiche. A partire dalla famiglia di MLK. Bernice King, avvocata e attivista, figlia di Martin Luther, ha sbottato su X, commentando così il video di Trump: “Assolutamente non è vero. Vorrei tanto che la gente smettesse di usare mio padre per sostenere menzogne”.
In realtà, l’ex Presidente è smentito innanzitutto dalle statistiche del Nation Park Service e dell’Associated Press: nel 1963 parteciparono circa 250.000 persone alla Marcia su Washington per il lavoro e la libertà, mentre AP fa sapere che nel 2021 circa 10.000 sostenitori di Trump erano presenti a Capitol Hill.
Trump ha poi impostato una forzata tesi difensiva delle persone che assalirono il Campidoglio americano 3 anni fa: “Credo che le persone che hanno vissuto il 6 gennaio, di cui molti non parlano molto, siano state trattate in modo molto duro e molto ingiusto, se paragonate ad altre cose che hanno avuto luogo in questo Paese. Nessuno è stato ucciso il 6 gennaio. Erano lì per lamentarsi di un’elezione”.
Anche in questo caso, è la cronaca di quelle ore drammatiche a smentire il candidato repubblicano. Nell’assalto al Campidoglio morirono cinque persone, tra cui un agente di polizia.
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