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Dire Podcast – Il ‘Takata-gate’ parla anche italiano

Prima dell’estate migliaia di automobilisti italiani hanno ricevuto lettere di richiamo riguardanti gli airbag delle proprie automobili

Pubblicato:09-08-2024 12:38
Ultimo aggiornamento:09-08-2024 12:39

Takata-gate
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Il “Takata-gate”, da qualche mese, parla anche italiano. Il caso degli airbag difettosi prodotti dall’omonima azienda giapponese, fallita nel 2017, dallo scorso maggio, infatti, ha assunto rilevanza mediatica anche nel nostro Paese. Prima dell’estate migliaia di automobilisti italiani hanno ricevuto una comunicazione in cui gli veniva notificato un difetto nei dispositivi di gonfiaggio dei cuscini salvavita delle loro automobili. Nella nota trasmessa da Groupe Psa e DS Automobilies in qualità di aziende produttrici delle vetture coinvolte – spiega Federconsumatori – veniva specificato che “le sostanze chimiche contenute in questi dispositivi di gonfiaggio potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggio dell’airbag con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte”; e si raccomandava quindi ai destinatari delle lettere di non utilizzare i veicoli stessi.

Alla luce di queste premesse, le società hanno disposto il richiamo di oltre 497mila vetture Citroen modello C3 e di oltre 108mila veicoli modello DS3 non solo in Italia, ma anche in altri Paesi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Il problema è riconducibile in particolare all’utilizzo di un gas, il nitrato d’ammonio, al posto del tetrazolo, sensibilmente più costoso: al momento dell’attivazione dell’airbag per un incidente, questo gas, in determinate condizioni climatiche di caldo e umidità, raggiunge una pressione elevata, innescando una vera e propria esplosione, tale che pezzi di metallo possono essere proiettati all’interno del veicolo con conseguente ferimento o addirittura decesso degli occupanti.

“Nel nostro Paese- continua l’Associazione dei consumatori- il tema ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica anche in seguito al decesso di Martina Guzzi, la giovane donna che il 28 maggio a Catanzaro ha perso la vita mentre si trovava alla guida di una Citroen C3 il cui airbag è improvvisamente esploso”.


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