NEWS:

Bolletta quintuplicata, e il Comune ‘spegne’ la colonnina di ricarica gratis per le e-auto

Succede a Lugo: i costi di gestione per l'amministrazione erano saliti da 606 a 3.106 euro per un bimestre, "troppo"

Pubblicato:09-08-2022 16:30
Ultimo aggiornamento:09-08-2022 16:30

Colonnina ricarica auto elettrica -Lugo
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Ravenna – Bolletta troppo alta, così il Comune di Lugo, in provincia di Ravenna, chiude la colonnina di ricarica elettrica gratuita per veicoli di piazza Garibaldi. Che diventerà a pagamento. Già da alcuni giorni, precisano dal Municipio, “non eroga più energia in modo gratuito” come ha fatto dal 2018 per incentivare la mobilità elettrica erogando energia attraverso 118 chiavi per la ricarica. I costi a carico del Comune sono cresciuti dai 606 euro del bimestre gennaio-febbraio 2020 ai 3.106 euro del corrispondente bimestre 2022. Da qui la decisione del Comune di sospendere l’erogazione per gli “alti costi di gestione”, per l’aumento delle spese energetiche e “ritenendo esaurita la fase di incentivazione della mobilità elettrica e non più sostenibile dal punto di vista economico”.

Ma sul territorio del Comune di Lugo stanno per arrivare altri 15 punti di ricarica

Nel territorio del Comune sono peraltro presenti o in corso di realizzazione oltre 15 punti di ricarica a pagamento per auto elettriche. La giunta lancia ora un avviso pubblico per trovare un gestore della colonnina in regime di concessione: l’avviso di prossima pubblicazione avrà l’obiettivo di “individuare il nuovo gestore attraverso una concessione onerosa pluriannuale”. Il Piano nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, conclude il Comune, prevede infatti, come da direttiva europea, che queste attività di ricarica pubblica siano svolte in regime di concorrenza.

Leggi anche: VIDEO | La proposta di Bardi: “Per i lucani niente più spesa del gas naturale in bolletta”


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it