NEWS:

FOTO – VIDEO | Fondazione Sud, tre giorni a Castelbuono inizia con Pet Therapy

Tour per raccontare iniziative sviluppo locale

Pubblicato:09-08-2019 16:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:36
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp









Precedente
Successivo

CASTELBUONO (PALERMO) – È iniziato il 7 agosto il primo dei tre giorni di viaggio (dal 7 al 9 agosto) organizzati a Castelbuono, in provincia di Palermo, dalla Fondazione con il Sud. Si tratta di un ente non profit privato avente finalità di coesione sociale. Dal 2008 ha dato vita ad iniziative di sviluppo locale in aree particolarmente svantaggiate del Sud Italia, come territori con bassi punteggi nei sistemi locali del lavoro dell’Istat, dove si registrano un’elevata disoccupazione, un disagio economico e anche problemi di criminalità.

I progetti della Fondazione Sud

Nel corso del 2012 sono partite le valutazioni per individuare il territorio più adatto all’intervento della Fondazione e dopo un’accurata analisi si è scelto di intervenire, non dove vi erano parametri più alti di criminalità e disagio sociale, ma dove vi era una maggiore propensione alla voglia di crescere economicamente e socialmente. La scelta è così ricaduta su Castelbuono, al quale sono stati destinati dalla Fondazione 3.847.000 euro per il finanziamento di 8 progetti. Tra questi uno è la ‘Fattoria del sorriso di Nataluccio’, prima tappa della tre giorni.


La Fattoria del sorriso di Nataluccio

La fattoria è un centro gestito dalla Cooperativa sociale ‘il Sorriso’, che si occupa di attività assistite con gli animali e di onoterapia. “È una realtà dove la maggior parte del tempo la impieghiamo con ragazzi speciali, disabili, che vengono qui quasi giornalmente a svolgere attività di supporto alla gestione del luogo. Si occupano di dare da mangiare agli animali, innaffiare l’orto, oltre ad attività ludico ricreative come il laboratorio di argilla o quello musicale. È un posto dove ci divertiamo” ha spiegato Francesca, presidente della Cooperativa ‘il Sorriso’ e figlia di Claudio, ideatore di tutto il progetto.

Claudio è un uomo che ha lavorato per una vita come agente di commercio prima di perdere il lavoro a 56 anni. La sua voglia di cambiare vita, però, risale a qualche anno prima quando è nata la piccola Cecilia. E Francesca, su questo, ha continuato a raccontare: “Cecilia, mia sorella è il motivo per cui tutto quello che vedete esiste. Ha 18 anni ed è affetta da sindrome di down. Papà da piccola la portò a una visita nelle grotte, sull’asino, e l’emozione fu talmente forte da far nascere l’idea ma soprattutto la voglia di creare questo luogo magico”.
L’asino, infatti, è il simbolo della fattoria, lo si vede sull’insegna all’ingresso lungo il corridoio che accompagna nel cuore della tenuta, raffigurato in numerosi quadri, tutti diversi. “Qui ci sono 120 quadri di 120 artisti da tutto il mondo, Cina, Portogallo, Giappone, Tunisia. Volevo regalare a mia figlia minore il quadro di uno dei suoi animali preferiti e alla fine, grazie all’aiuto e alla volontà di tanti artisti, abbiamo ricevuto ben più opere del previsto”, ha spiegato Claudio.

“Grazie all’aiuto dell’amministrazione, poi, abbiamo deciso di fare un libro che parlasse della storia di Cecilia e degli asini, delle attività assistite che facciamo, e di quello che succedeva con loro prima degli Anni 70, quando è arrivata l’industrializzazione. In un primo momento- ha continuato Claudio- il progetto è stato messo da parte ma ora è da un po’ che ha iniziato ad essere rivalutato. Noi con gli asini ci giochiamo, e succede anche in tante altre parti del mondo”.

Sono vari, infatti, gli esemplari presenti nella fattoria, maschi e femmine, con nomi particolari come Rosina, la giumenta bianca più irrequieta del gruppo. Gli altri si lasciano abbracciare e accarezzare, sono abituati e si vede. Ma non sono gli unici animali presenti nella fattoria. È possibile ammirare, infatti, anche due rari esemplari di pecore delle Barbados, in pochissimi a possederle, una razza particolare perché il loro pelo non emana cattivo odore e rende possibile, quindi, il gioco con i bambini disabili. Ci sono anche molti volatili, galline, galli e pavoni sempre utilizzati nella pet therapy. Uno in particolare il famoso pollo Apollo “ha 8 anni, è stato con me dal suo primo giorno di vita, ha girato a soli tre mesi tutta la Sicilia in un cestino- ha continuato Claudio- È un modo per far approcciare questo mondo alle persone che hanno paura dei volatili, lui non becca, non svolazza ed è davvero bravo. Gli animali hanno la grande capacità di percepire le diversità e non giudicarle”, ha concluso.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it