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Novena per Assunta in strada, Don Malcangio: “Cuore di Maria è qui”

Parroco di Canosa di Puglia: "Parole Vangelo non sono solo frasi spot"

Pubblicato:09-08-2019 13:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:36
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ROMA – Un cortile come navata. Un tavolo dall’equilibrio precario come altare. Sedie tutte diverse tra loro, in plastica e legno, si fingono banchi. È così la chiesa ‘improvvisata’ in cui si celebra la novena per l’Assunta. Succede a Canosa di Puglia, nella provincia di Barletta-Andria-Trani dove don Michele Malcangio porge l’eucarestia negli spazi comuni di condomini e palazzine.
“Il cuore di Maria è qui, in strada tra le persone che cercano conforto e che a Lei si approcciano con animo puro e disinteressato”, spiega mentre indossa una tunica bianca con ghirigori dorati.
Fa caldo, l’umidità si fa sentire ma nel parcheggio condominiale divenuto chiesa si prega. “Traslocare pisside e ampolline è tradizione ormai: da qualche anno, ci prepariamo così all’Assunzione di Maria in cielo che si ricorda il 15 agosto”, dice il parroco responsabile della chiesa dell’Assunta.
Perché pregare per strada? “Perché è qui che si avverte il bisogno della gente di avere una speranza, di sapere che le parole del Vangelo non sono semplici frasi spot di cui – afferma il sacerdote – ricordarsi al bisogno. Della parola di Dio, ultimamente, si fa un uso spregiudicato, insensato e parecchio discutibile”.
Don Michele nella sua comunità ha accolto alcuni migranti: per loro celebra messa tradotta in inglese. “Essere comunità significa consentire a chiunque di sentirsi a casa, in famiglia. E quando la famiglia è numerosa vuol dire che c’è armonia”, chiarisce. Nell’immagine che accompagna le messe celebrate di casa in casa, la Madonna ha le braccia aperte: “È Lei il vero simbolo dell’accoglienza. In molte raffigurazioni, la Vergine ha la posizione di chi è pronto ad abbracciare chiunque, senza distinzioni”, aggiunge don Michele. E sul fatto che quella proposta possa apparire una iniziativa singolare il sacerdote risponde sorridendo: “lo so”. E aggiunge: “seguire il Vangelo significa anche uscire dal proprio guscio, aprirsi agli altri, accettarli per come sono e farli sentire unici”.

di Alba di Palo


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