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Bologna, Forza Italia fa la spesa a chi non ce la fa, ma solo se italiano

ROMA - Aiuti porta a porta per chi

Pubblicato:09-08-2017 13:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:36

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due torri_bolognaROMA – Aiuti porta a porta per chi e’ in difficolta’. Ma solo agli italiani. In pieno agosto Forza Italia lancia un servizio rivolto a chi fa fatica a pagare la spesa. A richiesta, volontari del partito di Silvio Berlusconi consegneranno a casa un “box” di generi alimentari (pane e pasta, pomodoro, tonno e carne in scatola olio e farina). “Solo agli italiani, perche’ si fa gia’ tanto per gli immigrati e poco per i nostri connazionali. Adesso daranno dei razzisti e degli xenofobi ma questo e’ un discrimine”, taglia corto il capogruppo di Forza Italia in Regione Galeazzo Bignami.

Va detto che i forzisti, aiutati dalle due associazioni Riprendiamoci Bologna e Centrodestra per Bologna (a quest’ultima ha aderito una decina di consiglieri di quartiere), non ne fanno una questione di ‘sangue’, ma di cittadinanza: aiuti insomma anche ai naturalizzati italiani. Per finanziare i pacchi alimentari gli azzurri si sono autotassati (“ma se qualcuno vuole donare abbiamo un punto di raccolta”): per ora hanno gia’ consegnato alimenti ad una trentina di famiglie che ne hanno fatto richiesta in diverse zone della citta’: cinque a Borgo Panigale, quattro alla Barca, una decina a Navile, sette al Pilastro e quattro in Cirenaica.

Ma il servizio, ‘lanciato’ oggi durante una conferenza stampa in Comune, e’ appena partito, con la diffusione di volantini e mail. “Le difficolta’ dei residenti- sottolinea ancora Bignami- si stanno acuendo. Tante persone, prevalentemente anziani che vivono nelle case popolari, ci hanno segnalato di non essere in grado di acquistare generi di prima necessita’”. Ai volontari, una volta consegnata la prima spesa, spettera’ decidere se continuare ad aiutare le persone che ne fanno richiesta. Qualche ‘furbo’ pronto ad abusare del servizio e’ gia’ spuntato.


Il capogruppo di Forza Italia a palazzo D’Accursio, Marco Lisei, sottolinea come “tutti i dati dei servizi sociali ci dicono come la maggior parte delle risorse venga assorbita da cittadini stranieri. E per fare del bene non e’ necessario occupare delle caserme”. A raccogliere le segnalazioni sono anche le due associazioni coinvolte. “C’e’ sordita’ sui problemi di queste persone”, afferma Luca D’Oristano di Riprendiamoci Bologna. E le “sacche di disagio nella nostra citta’ sono crescenti”, assicura Stefano Cavedagna del Centrodestra per Bologna.

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