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Stagione record per il latte e il pecorino romano delle cooperative sarde

Legacoop: "L'impegno è stato mantenuto, superando il prezzo di un euro al litro"

Pubblicato:09-07-2021 15:30
Ultimo aggiornamento:09-07-2021 16:10
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legacoop sardegna
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CAGLIARI – In Sardegna l’obiettivo del latte pagato a un euro a litro è stato superato, almeno per quanto riguarda il mondo delle campagne legato alla cooperazione. A due anni dalla vertenza dei pastori e della guerra del latte che ha avuto risalto internazionale, questa mattina i vertici della Legacoop sarda hanno fatto il punto in una conferenza stampa sui risultati della campagna 2020, che ha fatto registrare per l’isola ottime performance e alta remunerazione delle coop ai soci sul prezzo del latte e del pecorino romano.

“Due anni fa si è intrapreso un percorso con le istituzioni, il ministro di allora, Gian Marco Centinaio, le associazioni e organismi di categoria per trovare una soluzione alla vertenza del latte- esordisce Daniele Caddeo, direttore generale di Legacoop Sardegna– . Parliamo di un settore che produce ogni anno nell’isola oltre 300 milioni di litri di latte, garantisce occupazione a 40.000 addetti, con un fatturato di 400 milioni di euro. Il 65% della produzione nazionale dell’ovicaprino è in capo alla Sardegna, di questo il 72% è prodotto dalle aziende legate a Legacoop”.

Quindi le cifre sull’ultima campagna: “Nel 2019 il mondo delle cooperative è riuscito a pagare il latte a 0,94 euro, nel 2020 il prezzo del latte è salito a 1,09 per gli aderenti a Legacoop e a 1,03 per le coop non aderenti. Se tutto il latte trasformato fosse stato pagato come quello della cooperazione, avremmo sviluppato un volume di affari 360 milioni di euro. Se fosse stato pagato tutto a 0,85 centesimi, come stava succedendo, avrebbe generato un fatturato complessivo di 280 milioni: c’è una forbice di 80 milioni di euro”.


Sottolinea il presidente di Legacoop Sardegna, Claudio Atzori. “Avremmo dovuto convocare la conferenza nell’estate del 2020, ma presi dalla pandemia e dall’emergenza abbiamo preferito rinviare. La facciamo oggi, rendendo conto degli impegni che abbiamo preso durante la vertenza dei pastori, con gli accordi e i documenti che abbiamo sottoscritto. Quando si parlava di latte pagato a 60 centesimi, quella campagna l’abbiamo chiusa a 0,94, oggi la stiamo chiudendo a 1,09. E per l’anno prossimo vorremmo crescere ancora”. Quella vertenza, ricorda Atzori, “ha chiamato tutti in causa, anche il mondo della cooperazione, che aveva meno colpe. Ci ha consentito di aprire gli occhi per migliorare la situazione: era una protesta giusta, perché il prezzo del latte era veramente basso, così come quello del formaggio. Certo, non abbiamo approvato la sua degenerazione, quando si è perso di vista il vero obiettivo della mobilitazione”.

Poi il punto sugli altri interventi e la crescita anche nei nuovi mercati: “In questo periodo il nostro settore si è rinnovato, sia negli impianti sia nei prodotti trasformati, e ci ha permesso di entrare nella Gdo nazionale. Togliere una parte del prodotto dal mercato estero per inserirlo nel mercato nazionale ci ha permesso di crescere a livello nazionale e internazionale“. Da Atzori, infine, l’appello al presidente della Regione, Christian Solinas, collegato in videoconferenza: “Ora bisogna ripartire dopo la pandemia, occorre aprire subito un tavolo con la Regione e le parti produttive per costruire nuove misure, anche dentro i progetti di filiera che usciranno dal Pnrr. Questo è un settore che in Sardegna mantiene in piedi 250 comunità su 377, rappresenta la maggiore redditività di impresa in 250 Comuni dell’isola. Non bisogna dimenticarlo”.

Appello raccolto dal governatore: “Posso prendere fin d’ora l’impegno che il tavolo sul comparto lattiero-caseario verrà convocato, e in tempi brevi. È interesse principale della nostra Regione, puntare con forza sul settore primario, e infatti in questi mesi di crisi abbiamo cercato di garantire al mondo delle campagne un afflusso di liquidità che mettesse le aziende in una condizione di serenità”.

Presente all’iniziativa di Legacoop, sempre collegato da remoto, Gian Marco Centinaio, sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, e ministro al tempo della protesta dei pastori sardi: “Sono molto felice di questo risultato, le cooperative sono state di parola, non tanto nei confronti dell’ex ministro Centinaio, ma nei confronti del mondo delle campagne. Tra l’altro in un periodo di estrema emergenza. Si è dimostrato che quando ci sono persone perbene, serie e competenti, i risultati arrivano. Magari non in 24 ore come era stato promesso, ma nel medio termine gli obiettivi si raggiungono”.

Infine il presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti: “Molti parlano di filiera, noi ce le abbiamo e le facciamo funzionare. In Sardegna è stato fatto un lavoro straordinario, noi non siamo gente che va in piazza facilmente, ma lavoriamo avendo come obiettivo il benessere dei nostri associati. Non ci sentiamo naturalmente appagati, l’ottimo risultato raggiunto oggi è una sfida e una responsabilità per il futuro”.

IL PECORINO SEMPRE PIÙ FORTE ED INTERNAZIONALE

Il Pecorino Romano è sempre più riconosciuto come un’eccellenza italiana nel mondo, e viaggia ormai stabilmente nei mercati internazionali, a braccetto con i “giganti” di sempre, Parmigiano Reggiano e Grana padano. I numeri del prodotto sardo, emersi durante una conferenza stampa di Legacoop, oggi a Cagliari, parlano chiaro: attualmente il Pecorino occupa, per costo, la seconda piazza tra le Dop italiane più importanti a livello internazionale, preceduto solo dal Parmigiano, e superando, con quasi nove euro al chilo, il Grana, quotato a poco più di sette euro. Non solo. Nel 2020, con un’immissione record nel mercato di 300.000 quintali di prodotto, ha registrato per la prima volta la rottura di stock, con l’esaurimento delle scorte.

“È un risultato storicospiega Salvatore Palitta, presidente della cooperativa Pattada ed ex numero uno del Consorzio di tutela del Pecorino Romano– che dimostra come ci siano ampi margini di crescita di mercato. Quest’anno la produzione registra una crescita del 10%, abbiamo fiducia che nel 2021 andremo ben oltre i risultati del 2020″. Ribadisce Claudio Atzori, presidente Legacoop Sardegna: “Il Pecorino si è ritagliato uno spazio importante in un mercato che prima era chiuso a due competitor, Grana e Parmigiano. È fondamentale viaggiare nei mercati insieme a questi due colossi, considerando anche che il Pecorino è l’unico prodotto ovino”. La domanda, prosegue, “è aumentata, ma si è anche diversificata. Per esempio, un 30% di prodotto che andava negli Stati uniti, oggi va sulle tavole, sulla ristorazione e grande distribuzione italiana ed europea. Se quindi prima l’aumento del prodotto era legato al mercato statunitense, ora questo non è più determinante. È importante quindi proseguire nella diversificazione, puntando su diverse tipologie di Pecorino romano”.

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