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Amref: “Lo stop al Covid in Africa è possibile se coinvolgiamo le comunità”

“Spetta ai leader di comunità far comprendere alle persone l’importanza dei vaccini e l’uso che ne dobbiamo fare”, ribadisce Githinji Gitahi

Pubblicato:09-07-2020 11:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:37
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ROMA – Progredire nella ricerca scientifica, ma anche lavorare per un maggiore coinvolgimento e sensibilizzazione delle comunità. Queste le premesse per rendere efficace lo sviluppo e la diffusione in Africa di un vaccino contro il Covid-19. A sostenerlo, il “global ceo” di Amref Health Africa, Githinji Gitahi, nel corso di una conferenza online organizzata dalla ong.

SÌ ALLE CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE: “IL CONTINENTE NON È STATO RISPARMIATO”

Nel corso dell’incontro, organizzato alla vigilia del nono anniversario della nascita del Sud Sudan, Gitahi ha detto che in Africa la distribuzione di un vaccino “presenta alcune problematiche”. Il dirigente di Amref ha citato i timori provocati in passato dal farmaci contro la polio, soprattutto rispetto “a interferenze nella salute riproduttiva femminile”.

Secondo Gitahi, bisogna continuare nella ricerca ma prevedere anche “una fase di trial nei Paesi africani” oltre a “campagne di sensibilizzazione iniziali” e “un maggiore coinvolgimento dei leader di comunità, anche a livello rurale”. Spetta a loro infatti, ha sottolineato Gitahi, “far comprendere alle persone l’importanza dei vaccini e l’uso che ne dobbiamo fare contro il Covid-19”.


Rispetto alla patologia provocata dal nuovo coronavirus, il dirigente di Amref ha sottolineato che non è vero che “il continente è stato risparmiato, come sostenuto da alcuni”. Minore mobilità ed età media più bassa hanno rallentato la diffusione del Covid-19 in Africa, secondo Gitahi, ma ora c’è il rischio “che la pandemia rimanga nel continente a lungo, anche due e tre anni”.

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