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Presentati i risultati del fondo Scena Unita. Fedez: “Abbiamo dato un aiuto concreto a tante persone”

Se ne è parlato oggi nella prima delle due giornate degli Stati Generali dello Spettacolo, in programma all'Officina Pasolini di Roma

Pubblicato:09-06-2023 17:11
Ultimo aggiornamento:09-06-2023 17:18

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Foto di Umbi Meschini

ROMA – È stato presentato questa mattina all’Officina Pasolini di Roma, nella prima della due giorni degli Stati Generali dello Spettacolo, “Scena Unita. La storia e i risultati di un progetto innovativo di solidarietà creato per il settore della musica e dello spettacolo dal vivo”, il volume che presenta i risultati dell’iniziativa nata nel 2020 per sostenere i lavoratori e le lavoratrici del settore, in seria difficoltà per l’esplosione della pandemia di Covid.

Scena Unita – Fondo per i lavoratori e le lavoratrici della musica e dello spettacolo è stata promossa dalle artiste e dagli artisti del mondo dello spettacolo per portare un aiuto concreto. In totale 154 nomi,  tutti capitanati e spronati da Fedez, che ha voluto fortemente quello che è stato definito più volte come uno “spettacolo di solidarietà corale, collaborativa e unitaria: una grande opera di mutualismo e di aiuto di prossimità”.


Il fondo è stato gestito da Fondazione Cesvi, in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub. Hanno partecipato, inoltre, più di 100 realtà aziendali e donatori privati. E i risultati si sono visti.

Sono stati raccolti complessivamente contributi per 4.780.000 euro. In concreto si parla di un contributo distribuito a 1601 lavoratori e lavoratrici, a 251 imprese individuali e a un sostegno a 104 progetti realizzati e rendicontati.

FEDEZ: AVREMMO POTUTO RACCOGLIERE DI PIÙ, MA ABBIAMO DATO UN AIUTO CONCRETO ALLE PERSONE

Sono veramente contento che si celebri un qualcosa che è partito da me e da un gruppo strettissimo di persone. È stato un lavoro estenuante che ha regalato tante gioie e tanti mal di pancia, è stato un progetto collettivo”, dice Fedez. “Ho vissuto questo progetto con il rammarico che se ci fosse stata più unione avremmo potuto raccogliere più di 4 milioni e 700mila euro. Avremmo potuto raccogliere il doppio nella mia testa”, aggiunge il rapper. “Rimane un progetto che ha dato un aiuto concreto a tantissime persone. Ringrazio tutte le persone che hanno cooperato, gli artisti che si sono messi a donare in prima persona, a cercare di trovare denaro, le persone che hanno organizzato, il Cesvi e chi ha cercato di rendere operativa l’erogazione dei fondi, la parte più complessa. Sono felice– conclude- che oggi si celebri un progetto che ho fortemente voluto e si ricordi una cosa che, forse, in tanti hanno dimenticato e non dovrebbe essere così”.

ORA SI MAPPI E SI RIFORMI IL SETTORE

“Per la prima volta- dichiara il deputato Matteo Orfini- abbiamo visto unirsi un mondo che era stato tanto frammentato, assumere delle iniziative e costruire un dialogo. In quel periodo, ci sono stati tanti incontri per immaginare le prime misure di sostegno che mettemmo nel primissimo decreto chiamato ‘Rilancio’. Sono state fatte delle cose”.

C’è stato, quindi, un dialogo costante tra lavoratori dello spettacolo e politica: “La richiesta più importante degli operatori del settore- continua Orfini- è stata quella che ci chiedeva di non limitarci a misure di sostegno, ma immaginare che la pandemia fosse stata solo un amplificatore di problemi che già c’erano e che quindi servissero sostegni, ma soprattutto riforme. Se oggi siamo in attesa dei decreti attuativi dell’indennità di discontinuità è perché c’è un’indennità di discontinuità. Entra nella legislazione perché in quelle prime call abbiamo individuato insieme le riforme e un sistema di tutele e diritti che fosse disegnato sulla specificità dei lavoratori del settore”.

Scena Unita è, quindi, soltanto il primo passo di un percorso che si spera riconosca a pieno i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Prima del 2020, “la musica non si era mai interfacciata con le istituzioni”, come spiega Annarita Masullo, presidente de La Musica Che Gira.

L’obiettivo ora è “mappare il settore affinché non accada mai più che non si sappia chi sono le persone che lo compongono”. Si tratta di “persone altamente specializzate” che hanno reso “il mondo dello spettacolo un mondo sicuro”. E la Masullo aggiunge: “Il fatto che molte persone (durante la pandemia, ndr) abbiano cambiato lavoro è la grande preoccupazione di cui le istituzioni dovrebbero prendere atto, visto che la parola ‘sicurezza’ torna spesso nella narrazione politica”. Ci si augura che Scena Unita sia usato come modello anche per il futuro.

“Noi artisti, noi cantanti- conclude Motta che fa parte del progetto- abbiamo pensato un po’ troppo ai fatti nostri. Invito tutti i miei colleghi a amplificare questo megafono perché siamo assolutamente indispensabili. Scena Unita è un esempio di gente che si è unita per fare una cosa che non ci sarebbe dovuta competere perché nessun altro ha fatto niente”

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