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Ucraina, il vicesindaco di Mariupol: “La Russia deporta, la città non ha futuro”

"Mancano acqua, luce, gas e cibo, colera vicino e zero aiuto"

Pubblicato:09-06-2022 19:19
Ultimo aggiornamento:10-06-2022 11:02

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ROMA – “La situazione a Mariupol è pessima, non abbiamo elettricità, acqua e gas. Mancano anche cibo e assistenza medica e la rete dei servizi igienici non funziona, quindi un’epidemia di colera potrebbe scoppiare presto. Non c’è futuro nella Mariupol occupata. Sembra che la Russia terrà il porto e alla fine, forse, non più di 20-30mila persone potranno rimanere dato che le forze russe continuano a deportare i nostri cittadini verso le regioni più depresse della Russia”. Lo ha detto il vicesindaco di Mariupol Sergei Orlov, intervenuto nell’edizione odierna del programma In Vivavoce su Rai Radio1, descrivendo le condizioni della città portuale sul mare di Azov, caduta nelle mani delle forze del Cremlino il 21 maggio scorso, e che prima dell’assedio contava 450mila abitanti.

Orlov ha proseguito riferendo che tra chi è rimasto “c’è disperazione. La gente non può lavorare, i risparmi sono finiti così come le scorte di cibo”. Ad aggravare il quadro, le precarie condizioni igienico-sanitarie: “i rifiuti sono in strada- denuncia il vicesindaco- ammassati agli angoli delle strade ma ora non si possono rimuovere. L’arrivo del caldo e le piogge provocano un rilascio di veleni nel terreno, e dato che la gente non ha più acqua in casa, si ricorre ai pozzi sotteranei, ma senza gas e luce non si può farla bollire. Si riscontrano quindi infezioni e patologie perché non ci si può neanche lavare le mani”. Difficile anche spostarsi in città o uscire, “serve un lasciapassare delle autorità russe”.

Di fronte a tale situazione, Orlov avverte: “le forze di Mosca non fanno assolutamente nulla per assistere la popolazione. Piuttosto, hanno rubato tutte le componenti metalliche dal porto, e anche le attrezzature mediche e scolastiche, per rivenderle o trasferirle a Donetsk”.


Il vicesindaco di Mariupol ha poi spiegato che i militari evacuati dopo la presa delle acciaierie di Azovstal, ultima roccaforte della resistenza della città, “sono in prigione. C’è una sorta di monitoraggio da parte della comunità internazionale. Presumibilmente ci saranno scambi di prigionieri ma non ne conosco i dettagli” perché i negoziati con Mosca “proseguono a livello nazionale e internazionale”.
Infine, a proposito del teatro di Mariupol bombardato a metà marzo mentre all’interno avevano trovato rifugio un migliaio di persone, Sergei Orlov dichiara: “abbiamo scoperto che il numero definitivo delle vittime è di circa 600 persone. Le autorità russe però, temendo la diffusione di notizie a livello internazionale, non hanno permesso ai cittadini di Mariupol di avvicinarsi. Gli addetti ai soccorsi sono stati portati direttamente dalla Russia e hanno rimosso le macerie e i cadaveri, facendoli sparire”.
Il vicesindaco ha concluso: “Noi crediamo nella necessità di liberare Mariupol militarmente e chiediamo all’Italia nuove armi per ripristinare la Mariuopl ucraina ed europea. Sono in corso sul tema anche colloqui con la Commissione europea”.

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