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A Bologna riparte il ‘cinema ritrovato’, con quasi 400 film in 9 giorni

Il festival promosso dalla Cineteca e giunto alla sua 36esima edizione parte il 25 giugno: i titoli sono 397, con appuntamenti in sette sale della città e in piazza Maggiore

Pubblicato:09-06-2022 13:04
Ultimo aggiornamento:09-06-2022 13:24

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BOLOGNA – Quasi 400 film in nove giorni e un richiamo, agrodolce, alla guerra in Ucraina. A Bologna torna ‘Il cinema ritrovato’, il festival promosso dalla Cineteca e giunto alla sua 36esima edizione: 397 titoli, dal 25 giugno al 3 luglio, coinvolgendo sette sale della città con gran finale, tutte le sere, nella cornice di piazza Maggiore, più due serate speciali in piazzetta Pasolini. “Un festival pazzo. Unico“, sottolinea Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca e della rassegna (insieme, in questo caso, a Cecilia Cenciarelli, Ehsan Khoshbakht e Mariann Lewinsky).

Tra gli ingredienti di questa edizione, “abbiamo aumentato di molto le serate in piazza Maggiore“, segnala Farinelli in conferenza stampa. E proprio sul Crescentone andrà in scena “la serata più incredibile”, aggiunge il direttore: ovvero l’appuntamento con il regista John Landis che il 3 luglio presenterà la proiezione di “The blues brothers”, per tornare poi in piazza il 5 con “Una poltrona per due”. Ma Landis è solo uno dei “grandi ospiti” di quest’anno, sottolinea Farinelli: tra gli altri anche Stefania Sandrelli, Wes Anderson, Walter Hill, Gianni Amelio e Alice Rohrwacher. Insieme al festival, poi, torna anche “Il gelato ritrovato” de Il Gelatauro, con due gusti speciali che Farinelli presenta così: uno dedicato alla democrazia (con i colori dell’Ucraina) e l’altro all’autocrazia, riprendendo quello che a inizi Novecento il celebre gelatiere Enrico Giuseppe Grifoni legò alla russia zarista.

Cornice che il direttore richiama anche per la proiezione in piazza di “The great dictator” di Charles Chaplin: un modo per “ricordare come da sempre il cinema abbia saputo condannare la guerra e come forse il più grande di tutti, un comico, l’ultimo tra gli ultimi, la prima star del cinema abbia saputo avvertire gli uomini del rischio che correvano nel 1939. Con un discorso sublime che oggi potremmo recitare identico, per quanto di così inatteso sta succedendo alle porte dell’Europa”. Addentrandosi nel programma, poi, Farinelli segnala anche “Gola profonda” di Gerard Damiano, a 50 anni dalla sua uscita: “Un film che ha aperto qualcosa che prima non c’era e che poi fu sottratto al suo autore. I suoi figli verranno a raccontare questa storia, che è anche terribile e di mafia”.


Come amministrazione comunale “dobbiamo dire un grande ‘grazie’, perchè ‘Il cinema ritrovato’ è una vera e propria architettura culturale della nostra città”, dichiara la delegata alla Cultura, Elena Di Gioia: questa rassegna “ha un legame indissolubile con la città di Bologna. È il più bel cinema del mondo, lo possiamo e lo vogliamo dire. Ed è un momento in cui l’intera città si festivalizza”. Il festival bolognese sottolinea e dimostra che il cinema “necessita della fruzione collettiva”, sottolinea Fabio Abagnato, responsabile di Emilia-Romagna film commission: la rassegna diventa così “un messaggio e un’indicazione di livello nazionale sul tema del ritrovare il cinema, il suo pubblico, i suoi luoghi, i suoi riti e le sue passioni”. In più, ‘Il cinema ritrovato’ vuole proporsi sempre più come evento green: “Abbiamo intrapreso un percorso per arrivare alla consapevolezza del suo impatto ambientale” e in seguito “compensarlo attraverso la piantumazione di alberi”,

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