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Religioni e clima, al G7 firmata la Carta dei Valori e delle Azioni

Il documento sarà consegnato all'apertura dei lavori

Pubblicato:09-06-2017 13:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:19

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ROMA – I rappresentanti delle più grandi religioni del mondo si sono incontrati a Bologna per discutere di cambiamenti climatici, a poche ore dall’inizio del G7Ambiente, e hanno firmato una Carta dei Valori e delle Azioni che l’11 giugno consegneranno nelle mani dei ministri del G7Ambiente, letta da SE Monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.

L’iniziativa ‘La tavola del dialogo di Bologna. Confronto interreligioso sulla custodia del creato per una carta dei valori e delle azioni’ vuole innescare uno scambio incisivo su un piano diverso ma assolutamente sinergico con la politica sull’emergenza climatica del pianeta.

La Carta dei Valori e delle Azioni firmata oggi vuole quindi essere un richiamo al fatto che le religioni possono giocare un grande ruolo, specie lì dove i governi falliscono, nel mobilitare i cittadini del mondo a chiedere un cambiamento di stili di vita al fine di proteggere il pianeta.


“Questo è uno degli appuntamenti più importanti del G7ambiente- dice il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti-. Mentre lavoravamo alla preparazione degli eventi legati al G7 mi sono accorto che molto spazio era dedicato ai mezzi, e poco al fine. Allora siamo partiti dalle parole del Papa, quando nell’enciclica Laudato Si sostiene che degrado umano e ambientale vanno di pari passo”.

Nella carta viene subito dichiarata la volontà di proteggere gli accordi di Parigi e la loro efficace applicazione.

COSA DICE LA CARTA

“Ci siamo riuniti alla vigilia dell’incontro dei ministri dell’ambiente del 2017 – per riaffermare la nostra risoluzione che invita i leader del G7 a concepire azioni concrete e decisive per combattere il cambiamento climatico. Il Summit del G7 di Bologna si svolge in un momento di grande pericolo e grande promessa– si legge-. Con l’Accordo di Parigi in pericolo, dobbiamo fare tutto il possibile per assicurarne l’efficace attuazione: a causa dei danni già sopportati dal Pianeta, siamo l’ultima generazione che può fermare questa crisi prima che sia troppo tardi. Allo stesso tempo, l’attuazione delle misure contro il cambiamento climatico crea nuove opportunità per migliorare il benessere delle persone e promuovere un’economia più giusta”.

Nel documento c’è anche un richiamo chiaro alle responsabilità dei paesi più ricchi nei confronti dei più deboli attraverso l’attuazione di politiche energetiche trasparenti e sostenibili. “I Paesi più ricchi, che hanno emesso negli anni i maggiori quantitativi di anidride carbonica, sono moralmente obbligati a un maggiore impegno: hanno una responsabilità storica e l’opportunità unica di trasformare le proprie economie, aiutando i più deboli a sopravvivere al cambiamento climatico e al degrado ambientale. In concreto, esiste un’urgente necessità di costruire forme di protezione delle comunità vulnerabili, mettendo in campo misure per ridurre drasticamente le emissioni di carbonio e per accrescere la tecnologia, l’innovazione e la competitività verde. Per limitare l’aumento delle temperature globali entro la fine del Secolo, sono necessarie politiche quali l’eliminazione delle sovvenzioni sui combustibili fossili, interventi sul prezzo del carbonio e il sostegno a un’agricoltura rispettosa del clima.

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Nel testo viene messo in evidenza come i problemi ambientali sono strettamente connessi a quelli sociali, come i fenomeni migratori, causati non solo dalle guerre ma dai disastri climatici.

“La crisi ecologica è inestricabilmente legata ai problemi globali di povertà, disordini e migrazione e colpisce più duramente i meno abbienti; il paradigma dominante di sviluppo, che è stato costruito sui combustibili fossili e l’uso insostenibile delle risorse naturali, ha causato e accelerato il riscaldamento globale e l’inquinamento. I nostri testi sacri sono ricchi di prescrizioni sulla cura e la protezione dell’ambiente, e sulla necessità di garantire che le nostre azioni non danneggino le generazioni future; come affermano le nostre tradizioni di fede, la Terra non è una merce ma un dono che siamo chiamati a sostenere e salvaguardare”.

La religione è pronta a collaborare con la politica per salvare il Pianeta: “Come leader organizzativi religiosi e religiosi siamo pronti a lavorare con i governi del G7 e sosteniamo pubblicamente l’azione vigorosa e positiva per combattere il cambiamento climatico. Ci auguriamo che questa Carta possa favorire un maggiore dialogo e lo sviluppo di crescente movimento interreligioso per proteggere il Pianeta. E’ arrivato il momento che il Mondo passi a un’economia a basso tenore di carbonio, resiliente e sostenibile“.

Hanno firmato la carta:

SE Monsignor Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna – HE Dr. Adnan Badran in rappresentanza di HRH Hassan Bil Talal Principe di Giordania – Alfonso Arbib, Presidente dell’Assemblea Rabbinica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – Giorgio Raspa, Presidente Unione Buddhista Italiana – Swamini Hamsananda Ghiri, Presidente del Comitato del Dialogo dell’Unione Induista Italiana, Sanatana Dharma Samgha – Rav Alberto Sermoneta, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna – Abd Al-SAbur Turrini Direttore Generale CO.RE.IS (Comunità Religiosa Islamica Italiana) – Cecilia Dall’Oglio, in rappresentanza Global Catholic Cimate Movement – Mariangela Falà, Presidente della Fondazione Maitreya, Istituto di Cultura Buddhista – Gianluca Troiano, in rappresentanza del Progetto Ambientalista dell’Unione Induista Italiana Sanatana Dharma Samgha – Fausto Verti, Coordinatore di Religions For Peace, Varese – Mattias Soederberg, in rappresentanza di Act Alliance – Fausto Prandini, Movimento dei Focolari, responsabile OVERSEAS onlus

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