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Il webinar di LabLaw: ‘La flessibilità alla prova della nuova normalità’

Tra i partecipanti anche Tiziana Nisini, sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali; Tommaso Nannicini, senatore della Repubblica e professore ordinario in Economia politica all'Università Bocconi di Milano; Agostino Di Maio, General Manager Assolavoro; Cesare Damiano, presidente dell'Associazione Lavoro & Welfare

Pubblicato:09-05-2022 19:56
Ultimo aggiornamento:10-05-2022 13:34

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ROMA – Guardando i nuovi dati Istat sull’occupazione “non parlerei di nuova normalità, ma di normalità. Ci siamo lasciati gridando ‘al precariato’, un allarme che riguardava un’occupazione che comunque non garantiva l’idea di un posto di lavoro per come la immaginavano, e che forse è superata. Ci riattiviamo dopo il Covid con gli stessi dati di prima”. Lo spiega Francesco Rotondi, Managing Partner LabLaw, presentando il webinar ‘La flessibilità alla prova della nuova normalità’, in programma martedì 10 maggio alle 11 nella sede dell’Agenzia Dire. Tra i partecipanti anche Tiziana Nisini, sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali; Tommaso Nannicini, senatore della Repubblica e professore ordinario in Economia politica all’Università Bocconi di Milano; Agostino Di Maio, General Manager Assolavoro; Cesare Damiano, presidente dell’Associazione Lavoro & Welfare.

Il precariato non è certo una novità – prosegue Rotondi -, possiamo al massimo discutere di cosa intendiamo per precariato. Pure sull’occupazione non c’è niente di nuovo, siamo solo tornati alla normalità delle relazioni sociali, umane ed economiche che prevedono la possibilità di lavorare ma non c’è nulla di nuovo sulla qualità dell’occupazione. Non per il Covid, ma per il momento economico, finanziario e tecnologico che stiamo vivendo, ora c’è domanda di lavoratori e competenze, c’è dunque un’occupazione alla quale non si riesce a far fronte per carenza. Ci sono, infine, attività, che una volta erano la gig economy, che cercano collocazione nel nostro ordinamento. Tutto questo crea confusione”, sottolinea l’avvocato.


“LAVORO SICURO MESSO IN DISCUSSIONE DA DIMISSIONI VOLONTARIE”

C’è un fenomeno legato alle dimissioni volontarie, ma non nelle dimensioni che si vuol far credere a livello mediatico. È un tema però molto delicato perché è evidente che il fenomeno, nuovo in Italia, è in contraddizione col concetto di precariato nella nuova occupazione”, aggiunge Rotondi. “Nel momento in cui i lavoratori di oggi, cioè i giovani, rinunciano ad un posto di lavoro considerato non precario stanno mettendo in discussione un’idea. Dal punto di vista sociologico – sottolinea l’esperto – sta accadendo che i giovani mettono in discussione non solo i principi generali del nostro ordinamento e della Costituzione, in cui il lavoro è parte fondamentale, ma concetti e valori di vita. Il lavoro è sempre stato centrale, tanto da diventare un tema rilevante. Ora invece pare un elemento tra i tanti che la vita concede”.

“ORGANIZZAZIONE È LA CHIAVE, SENZA TOGLIERE DIRITTI”

“Faccio fatica ad immaginare nel nostro attuale assetto normativo la possibilità di un rapporto di lavoro che non sia subordinato”, ma quello dei rider “non è un tema giuridico. Ancora una volta è un tema economico e sociale”, osserva Rotondi. “Da una parte – spiega l’avvocato, managing partner LabLaw – abbiamo la necessità di far rispettare sicurezza e salute dei lavoratori, dall’altro l’impresa e la sua sostenibilità finanziaria. Sono questi i temi sul tavolo, non giriamoci attorno. Non dobbiamo andare in giro pensando che il problema sia la divisione tra lavoro autonomo e subordinato. Dobbiamo invece intervenire dal punto di vista normativo capovolgendo il profilo di osservazione. Oggi il vero tema è l’organizzazione, vorrei fotografare organizzazioni di lavoro e sulla base di quelle immaginare quale possa essere il contratto che più si adatta a quella organizzazione, senza togliere i diritti ai lavoratori“, conclude Rotondi.

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