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Conciliare lavoro e famiglia? È emergenza per 3 milioni di mamme nella fase 2

Tra turnazioni degli studenti, alternanza casa-scuola, formazione a distanza, le mamme italiane dovranno gestire una quotidianità particolarmente complessa

Pubblicato:09-05-2020 10:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:17

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ROMA – Una festa della mamma faticosa quella che le lavoratrici italiane festeggeranno domani: nel momento in cui la fase di rientro al lavoro si avvia verso il completamento, si acuiscono ancora di piu’ i disagi connessi alla doppia gestione “lavoro e famiglia” . Specie per i 3 milioni di donne con almeno un figlio piccolo (con meno di 15 anni), circa il 30% delle occupate totali (9 mln 872 mila), che saranno il segmento piu’ in affanno nei mesi futuri, considerato che lo scenario di riapertura delle scuole, ma anche dei tanti servizi dedicati alla gestione del tempo libero dei giovanissimi, sara’ fortemente condizionato dall’emergenza Covid-19. 

Dunque, tra turnazioni degli studenti, alternanza casa-scuola, formazione a distanza, le mamme italiane dovranno gestire una quotidianita’ particolarmente complessa. E molte potranno trovarsi di fronte al dilemma se continuare a lavorare oppure no. É questo lo scenario che emerge dal nuovo report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ‘Mamme e lavoro al tempo dell’emergenza Covid-19’. 


Dallo studio emerge che in questi due mesi di sospensioni e lockdown, le donne con figli hanno lavorato piu’ dei papa’. Un fattore collegabile al differente livello di occupazione tra uomini e donne nei settori industriali e nei servizi essenziali, laddove la presenza femminile risulta piu’ bassa nei primi e piu’ alta nei secondi. Se si guarda poi allo smart working, si scopre che sono le lavoratrici meno qualificate quelle che dovrebbero necessariamente recarsi in sede per lavorare e parallelamente accudire in prima persona i figli con meno di 15 anni: si tratta di 1mln 426 mila lavoratrici (il 48,9% delle lavoratrici mamme), di queste circa 710 mila percepiscono uno stipendio netto inferiore ai 1.000 euro.

“Certamente e’ utile confermare e prorogare con il prossimo decreto gli strumenti di sostegno emergenziali gia’ previsti per le famiglie, ma al contempo bisogna pensare a strumenti strutturali per rafforzare i servizi di assistenza per la cura dei figli. Solo in questo modo riusciremo a superare il ritardo italiano delle donne a lavoro che rischia, se non colmato in tempi brevi, di lasciare a casa molte lavoratrici mamme. Soprattutto a causa di questa emergenza sanitaria”, ha dichiarato Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “La conciliazione e’ essenziale per permettere la piena partecipazione delle donne al mondo del lavoro e in tutti i settori produttivi”, conclude.

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