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Report della Commissione Consiliare Affari Interni, 8 maggio pomeriggio

Respinto il progetto di legge di iniziativa popolare “Modifica alla legge sulla cittadinanza in materia di naturalizzazione”

Pubblicato:09-05-2019 07:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:26
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Nella seconda giornata di lavori, la Commissione riprede dall’esame dell’articolato del Pdl di iniziativa popolare volto a riformare la normativa su cittadinanza e naturalizzazione. Respinti i primi 4 articoli, incluso un emendamento del Pdcs all’articolo 2, si dà per rigettato l’intero progetto di legge.

Si procede con la proposta normativa della Segreteria di Stato per gli Affari Interni, “Modifica alla legge sulla cittadinanza in materia di naturalizzazione”, che interviene dunque sulla stessa materia e che, come anticipato nella seduta di ieri, fa propri alcuni contenuti del Pdl di iniziativa popolare appena respinto, ma non solo. Come spiega infatti il Segretario di Stato Guerrino Zanotti, la normativa nasce dalle proposte avanzate dalla Consulta dei sammarinesi all’estero. “Si tratta- chiarisce- di interventi di modifica e integrazione della legge sulla cittadinanza che vanno a sanare alcune posizioni di incongruenza create dalla sovrapposizione di norme nel tempo, in altri casi vanno a definire procedure e modalità di accesso alla richiesta di cittadinanza, per andare incontro alle esigenze espresse da cittadini che risiedono all’estero”.

Nel corso dell’esame dell’articolato sono presentati così diversi emendamenti da maggioranza e opposizione che si rifanno ai contenuti della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Comites. In particolare, all’articolo 1 viene bocciato l’emendamento dei consiglieri di Rete, Ps, Psd e Pdcs in favore dell’abrogazione della rinuncia alla doppia cittadinanza. All’articolo 2 (Modifiche dell’articolo 2 alla Legge 30 novembre 2000 n. 114 e successive modifiche), le forze di Adesso.sm presentano la proposta di ridurre i tempi necessari per la richiesta di naturalizzazione da 25 a 20 anni per residenti non sammarinesi e da 15 a 10 anni per coniugi e per persona unita civilmente a sammarinesi. Per il gruppo misto, il commissario Dalibor Riccardi presenta inoltre un emendamento che introduce, per chi possiede i requisiti di naturalizzazione, la possibilità di sostenere un esame che attesti “la conoscenza dei valori etici e storici della Repubblica”, cui si accede previa documentazione e pagamento di una quota di iscrizioni pari a 500 euro. Si apre un confronto su questo secondo emendamento in cui dalla maggioranza viene espressa apertura, mentre tra i commissari di minoranza non mancano le voci critiche, anche rispetto alla quota richiesta. La seduta viene sospesa venti minuti prima delle 20.00 per agevolare una sintesi sul contenuto dell’emendamento, i lavori e l’esame dell’articolato riprenderanno alle 21.


Di seguito un estratto degli interventi al comma 3.

Comma 3. Progetto di legge “Integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n.114 (Legge sulla cittadinanza)”, presentato dalla Segreteria di Stato Affari Interni/ In corso di esame.

Guerrino Zanotti Segretario di Stato per gli Affari interni

Il Pdl prende spunto dall’iniziativa della Consulta dei sammarinesi all’estero, in particolare dal presidente Pedini che aveva presentato una legge iniziativa popolare che conteneva spunti ripresi da questa proposta, poi integrati ed estesi. Si tratta quindi di interventi di modifica e integrazione della legge n.114 che vanno a sanare alcune posizioni di incongruenza create dalla sovrapposizione di norme nel tempo, in altri casi vanno a definire procedure e modalità di accesso alla richiesta di cittadinanza per andare incontro alle esigenze espresse da cittadini che risiedono all’estero e in Paesi dai quali con difficoltà si raggiunge la Repubblica e abbiamo cercato perciò di agevolare le pratiche e le modalità di accesso alla cittadinanza.
All’articolo 1 si introduce un intervento per prevedere che per i figli di un solo genitore sammarinese sia aumentato il termine entro cui consegnare la dichiarazione di mantenimento della cittadinanza. Le norme vigenti prevedono un lasso di tempo di 12 mesi a partire dal compimento del 18° anno di età. Con questo provvedimento si estende a 7 anni, fino a 25° anno di età. Nell’articolo successivo si va a colmare un vuoto normativo creato, ritengo inavvertitamente, dalla legge n.38 del 2016 che riguarda i ragazzi nati a San Marino, rispetto alla possibilità di accedere alla cittadinanza con almeno 18 anni continuativi di dimora in territorio. Questo riguarda esclusivamente i cittadini che risiedono dalla nascita in territorio. Non va perciò a modificare il termine di 25 anni previsto per altri, o di 15 anni previsto per i coniugi, per chi dall’estero viene a San Marino. Negli articoli successivi sono previste procedure per agevolare casi in cui c’è difficoltà nell’espletare l’obbligo di rinuncia della cittadinanza originaria. Abbiamo avuto infatti casi di cittadini naturalizzati che non sono riusciti a rispettare il termine previsto di un anno richiesto per la rinuncia della cittadinanza originaria poiché non sono stati in grado di far pervenire la documentazione di rinuncia dal Paese di origine. Purtroppo spesso questi casi sono legati da un filo conduttore: la difficoltà ad ottenere la rinuncia e purtroppo situazioni di pericolo sia per il cittadino che vuole rinunciare alla cittadinanza, sia per la famiglia che continua a risiedere nel Paese d’origine. Finora era prevista una procedura che vedeva interessato l’ufficio di Presidenza che emetteva una delibera per prorogare di un ulteriore anno il termine di rinuncia. In questo caso, con la legge abbiamo superato il passaggio in ufficio di Presidenza, su richiesta dello stesso. Visto gli emedamenti presentati, speriamo di poterci confrontare sulle novità rispetto il testo presentato in prima lettura. Ritengo si possa sicuramente trovare una sintesi rispetto alle proposte presentate.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Ringrazio il Segretario per il lavoro svolto, ha dovuto farlo per correre ai ripari di una non-volontà espressa in maggioranza di dimostrare al Comites che gli eravate tanto al fianco per poter approvare la loro legge, e non sapevate cosa dirgli.

Rimane un elemento negativo: sulla legge che lei presenta, con gli emendamenti che a sua volta le hanno presentato qualche ora fa, emerge un fatto, già ribadito ieri, ovvero non c’è per niente il dibattito sul tema della cittadinanza e sullo status di cittadino, con la stessa cittadinanza.

Lei ha organizzato una serata pubblica per spiegare una modifica sostanziale della legge?

Marianna Bucci, Rete

Il tema della cittadinanza è variabile nel tempo, è normale quindi che emergano contraddizioni, e capisco la necessità della Segreteria di intervenire con una sorta di sanatoria sulla legge. Da anni c’è una parte della popolazione che risiede in territorio, priva di diritti politici, e ha chiesto un po’ di coraggio nell’eliminare l’obbligo di rinuncia alla doppia cittadinanza. Rispetto alla richiesta, che va avanti da anni, non è stato fatto nessun dibattito sul territorio o confronto reale per capire quale potesse essere una sintesi e una posizione mediana, anche fuori dalla maggioranza e fuori dal Paese.

Il Comites da almeno due anni porta all’attenzione delle forze politiche questi temi in questa legislatura, ma la politica non è stata in grado di fare un approfondimento degno. La legge è necessaria perché alcune posizioni vanno sanate per certe distorsioni, allo stesso tempo non dà una risposta a quanto sollecitato da tempo. Uno degli emendamenti della maggioranza riduce gli anni richiesti per arrivare alla naturalizzazione, in qualche modo si va incontro minimamente a questa richiesta, ma è una sintesi totalmente autoreferenziale della maggoranza e non risulta ci sia stato né confronto con noi dell’opposizione, né con il Comites.

Roberto Joseph Carlini, Ssd

Il Pdl non vede delle modifiche sostanziali dalla legge vigente, ci sono posizioni che devono essere sanate, come ha spiegato il Segretario. Da rilevare la proroga del termine della rinuncia: per venire incontro a quelle persone che entro il 18° anno di età non sono riusciti a ottenere la cittadinanza. I temi relativi all’eliminare la rinuncia alla cittadinanza d’origine e al dimuire i tempi sono da portare in dibattito nella società civile. Il fatto che oggi abbiamo richieste e nel frattempo si dice che aumentiamo la possibilità di pensare alla rinuncia per altri 5 anni, permette in questo lasso di tempo congruo di avviare un ragionamento sul poter eliminare l’obbligo di rinuncia o lasciare così come è o trovare un’altra soluzione. Questa legge non recepisce tutte le richieste del Comites di cui oggi la politica deve farsi carico e siamo consapevoli della necessità di evoluzione. Per il resto non vedo forzature o leggerezze sulla proposta della Segreteria agli Interni, scopo principe è quello di andare a sanare le distorsioni che si sono create con la legge del 2016.

Marina Lazzarini, Ssd

Il tema della cittadinanza nella coscienza popolare richiede momenti di approfondimento importanti che non si possono risolvere in pochi giorni. La proposta che la maggioranza vuole introdurre della rinuncia della cittadinanza originaria non più immediata, ma in 5, anzi, 6 anni, può darci quel tempo necessario per portare nella cittadinanza stessa il necessario confronto perché sia una decisione condivisa, quella di eliminare le rinuncia della cittadinanza originaria. Tanti dentro i partiti vogliono andare verso questa direzione, C10 aveva fatto un pdl specifico nella passata legislatura, nel nostro partito le posizioni sono diverse, è un tema trasversale per cui è bene portarlo nella popolazione per portare a un passo condiviso sulla cittadinanza in divenire.

Dalibor Riccardi, Gruppo Misto

E’ stato fatto uno sforzo importante dalla Segreteria perché nella legge si cerca di integrare alcuni concetti espressi al Comites. Ho ascoltato Lazzarini, ho presentato un emendamento che va nella direzione di andare a valorizzare i valori storici e fondativi della nostra Repubblica. E’ opportuno che una persona che voglia diventare cittadino nel nostro Paese abbia conoscenza della vita culturale, storica e civica del nostro Paese. Gli emendamenti che propongo li considero aperti e occasione per ragionare su tema come la cittadinaza che deve essere agiornato ai tempi.

Guerrino Zanotti, Sds Interni, replica.

Il percorso che ha portato la Segreteria a formulare questo Pdl è completamente avulso dal discorso e dall’attenzione rivolta al Pdl di iniziativa popolare. Ad animarci non è stata la necessità di dare risposta a quel pdl, che ha tutt’altra valenza. Non era intenzione della Segreteria legare questa legge al dibattito sulle proposte del Comites, non ha attinenza con esse. Questo pdl non va a stravolgere le regole di accesso alla cittadinanza sammariense, né abroga l’obbligo di rinuncia alla cittadinazna originaria. Di qui non ho sentito la necessità di sviluppare il dibatitto su temi rispetto cui non credo ci sia interesse nella cittadinanza. Piuttosto il Comites, sulla sua proposta, ha portato il dibattito nel Paese.

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