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In Italia 12.800 nuovi casi di tumore fegato, speranza è nivolumab

Prof Daniele: "Risultati importanti". Prof Raimondo: "Fondamentale stile di vita"

Pubblicato:09-05-2017 13:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:12

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ROMA – Sono 12.800 i nuovi casi di tumore al fegato diagnosticati nel 2016 in Italia. Di questi appena il 10% è in stadio iniziale, quando l’intervento chirurgico può essere risolutivo. Si tratta di una neoplasia con percentuali di guarigione basse: solo il 16% è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Ma oggi per i pazienti si stanno aprendo nuove prospettive grazie a nivolumab, molecola immuno-oncologica.

Di questo si è discusso nel corso di un convegno organizzato da Intermedia al Centro congressi Roma eventi a cui sono intervenuti il direttore di Oncologia medica dell’ospedale Rummo di Benevento, Bruno Daniele, e il direttore dell’Unità operativa complessa di Epatologia clinica e biomolecolare all’università di Messina, Giovanni Raimondo.

Uno studio di fase 1/2 (checkmade 040) presentato al congresso della Società europea per lo studio del fegato, ha evidenziato riduzioni sostanziali delle dimensioni del tumore e un tasso di risposta oggettiva del 15-20% con nivolumab rispetto al 5% raggiunto dall’attuale standard di cura.


DANIELE: “NIVOLUMAB STIMOLA IL SISTEMA IMMUNITARIO”

“Il 90% dei casi di tumore al fegato è rappresentato dall’epatocarcinoma- ha detto Daniele-. Lo studio ha coinvolto 262 persone e i risultati dimostrano che l’immuno-oncologia ha una efficacia trasversale perché stimola il sistema immunitario rinforzandolo nella lotta contro la malattia”.


RAIMONDO: “90% DI EPATOCARCINOMA INSORGE IN PAZIENTI CON CIRROSI EPATICA”

I virus dell‘epatite B e C sono le principali cause del tumore al fegato. L’Italia detiene il primato in Europa per numero di persone Hcv positive: sono oltre un milione i portatori cronici. “Questi virus, insieme all’abuso di alcol, diabete, obesità possono predisporre all’insorgenza del tumore- ha spiegato Raimondo-. Oltre il 90% di epatocarcinoma insorge in pazienti con cirrosi epatica. La diagnosi precoce passa per un’attenta analisi dei pazienti”. Ad oggi in Italia il nivolumab è approvato per il trattamento del melanoma avanzato, del tumore del polmone non a piccole cellule squamoso e non squamoso e del carcinoma renale.

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