ROMA – “Nel corso della Tavola Rotonda abbiamo affrontato il tema dello Zero Trust e, in particolare, io mi sono soffermato su come gli attaccanti, i gruppi criminali, sfruttino il social engineering per entrare all’interno delle nostre aziende, ma ormai vediamo sempre più nelle nostre vite”. Lo ha spiegato il dottor Luca Nilo Livrieri, senior director Sales Engineering Sud Europa CrowdStrike, a margine della V edizione dell’Innovation Cybersecurity Summit, organizzato a Roma dall’Associazione nazionale giovani innovatori (Angi) presso l’Aula Magna di UniMarconi, in partnership con Alé Comunicazione, Associso-Associazione Nazionale Chief Information Security Officer, l’Università degli Studi Guglielmo Marconi e gli Uffici del Parlamento Europeo in Italia.
“Nell’ultimo anno– ha proseguito- c’è stato un aumento del 442% degli attacchi di vishing, tecniche di phishing avanzate che usano anche il telefono per entrare in contatto con il bersaglio. Si fingono call center o soggetti leciti per poi innescare un meccanismo di fiducia. Si collegano poi alla macchina bersaglio, da lì installano un tool e sono a tutti gli effetti all’interno delle nostre reti”. “Pensiamo- ha poi evidenziato Livrieri- che oggi ci sono attaccanti che impiegano meno di un minuto per effettuare un movimento laterale: ciò vuol dire che nel momento in cui si arriva sulla macchina, in un minuto l’attaccante riesce poi a prendere il controllo della nostra rete”. Per il senior director Sales Engineering Sud Europa CrowdStrike, “è fondamentale lavorare sull’identità e capire quali sono i comportamenti anomali dell’identià e come questi interagiscono con tutti gli strumenti digitali che abbiamo in azienda. Per fare questo- ha concluso- è sicuramente necessario lavorare di squadra, con tutti i provider di sicurezza, ma avere una conoscenza dell’avversario che ci consenta di capire le tecniche e le tattiche di procedura per avere un’investigazione e una risposta più rapide e veloci possibili”.
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