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Attacco hacker al sito del ministero della Transizione ecologica. Cingolani: “Non hanno rubato dati”

Il ministro: "Sull'origine non possiamo dire nulla, c'è un'indagine. Rinnovabili? Per la svolta servono anni. Rigassificatore nel 2023"

Pubblicato:09-04-2022 11:49
Ultimo aggiornamento:10-04-2022 12:13

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ROMA – Contro il ministero della Transizione ecologica c’è stato “un attacco” hacker “molto forte. Siamo andati in autotutela, sono stati interrotti i sistemi e non hanno portato i dati. Oggi riprenderanno alcuni sistemi, c’è un’indagine della procura e al momento non possiamo dire nulla di preciso” sull’origine dell’attacco. Lo ha detto il ministro Roberto Cingolani, parlando a SkyTg24 nel corso del ‘Live in da Bari’.

“SERVONO ANNI PER SVOLTA SU RINNOVABILI”

Per spingere sulle rinnovabili “molto realisticamente ci vorranno anni”, ha spiegato Cingolani a Sky. “In questi anni, purtroppo, dobbiamo garantire la continuità della nostra energia, il gas è il male minore, stiamo mandando via il carbone che è quello che produce più anidride carbonica ed effetto serra. Con la crisi russo-ucraina il gas è diventato un problema nel problema perché dobbiamo rimpiazzarlo, quindi lo scenario è molto complesso. È chiaro che la migliore energia è quella che non si consuma, quindi se risparmiamo ne abbiamo meno bisogno. Ma anche quella non è la soluzione, non basta”, continua il ministro.


“L’Italia è la seconda manifattura d’Europa – ha ricordato il ministro -, noi consumiamo circa duemila TeraWatt ora ogni anno, sono numeri grandi. Un conto è l’utilizzo in autoconsumo delle famiglie, un conto è mandare avanti uno dei più grandi comparti industriali d’Europa e del mondo, è un problema estremamente complesso, non c’è una soluzione immediata. Bisogna lavorare come dei matti su tutti i fronti, mantenendo la road map della decarbonizzazione al 55% al 2030 con tutti gli sforzi possibili e immaginabili”.

“Ci sono 29 miliardi di metri cubi di gas provenienti dalla Russia, sui 70 che l’Italia utilizza ogni anno. Stiamo correndo per diversificare le fonti, c’è un’ottimistica superficialità nel descrivere la situazione. Noi acceleriamo sulle rinnovabili ma deve essere chiaro che la situazione non risolve in 7-8 mesi, è un piano di 7-8 anni”, ha precisato Cingolani.

“NAVE RIGASSIFICATORE PRONTA NEL PRIMO SEMESTRE 2023”

La nave per rigassificare il gas liquido “si può ormeggiare in mare dove c’è un tubo del gas e ce ne sono diversi in Italia. Potrebbe essere Taranto, Piombino, l’alto Adriatico, Brindisi… Non mancano i punti di innesco. In questo momento di fretta si compra o si affitta una nave per 3-400 milioni che fa 5 miliardi di metri cubi all’anno di gas e sappiamo che quando la transizione sarà andata avanti questa nave si può mandare via”, ha dichiarato il titolare del MiTE. Quando sarà operativa la prima nave in Italia? “Stiamo chiudendo attraverso Snam nel primo semestre del 2023, è l’intervento più rapido possibile”.

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