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Paola Sarro, quel viaggio verso Pristina appena iniziato

In uno schianto sul monte Piceli la neuropsichiatra infantile e 24 volontari che viaggiavano con lei morirono prima di una missione umanitaria verso il Kosovo

Pubblicato:09-04-2019 15:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:20
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ROMA – Fu una ‘tragedia del bene’, proprio come il recente disastro del Boeing 737 della Ethiopian Airlines, quella che uccise nel 1999, in uno schianto sul monte Piceli, Paola Sarro, neuropsichiatra infantile e 24 volontari che viaggiavano con lei sul volo taxi Ksv375, in missione umanitaria verso il Kosovo. Alla Dire la presidente di Terres del Hommes, Donatella Vergari, racconta quel primo, e purtroppo ultimo, momento di conoscenza della giovane dottoressa.

“Ho conosciuto Paola Sarro per il colloquio di selezione nel mio ufficio. Mi era stata presentata dal suo collega Gianfranco Guastella, lavoravano insieme a Ostia, lui aveva già avuto esperienze sul campo, in Albania e a Pristina, lei invece no. E’ stata una conoscenza rapida, è successo tutto subito”.

Paola Sarro era perfetta, “aveva tutte le caratteristiche ed era disponibile a partire in tempi rapidi” per il progetto che Terres des Hommes aveva in programma: “Attivita’ psico-sociali indirizzate al recupero dei bambini che avevano vissuto condizioni traumatiche”. Sono passati venti anni, ma “non dimentichero’ quella tragedia. Dovevo partire con lei, invece il giorno prima mi chiamarono per un appuntamento a Bruxelles”. Ma Donatella Vergari non parti’, perchè la mattina di quel 12 novembre arrivo’, dopo poco piu’ di due ore dalla partenza del volo sui cui era Paola Sarro, la notizia dell’incidente. “La mamma era da sola e di una certa eta’. Ho dovuto avvisare io la sorella”.


Riaffiorano così i momenti concitati di quelle ore. “Fu traumatico- ricorda Vergari- la fatica di parlare con la famiglia di una giovane dottoressa conosciuta appena, una meteora che aveva da poco iniziato il suo viaggio nella cooperazione internazionale; il suo collega Guastella era li’ ad attenderla ed era disperato”.

Quella con Paola è stata “un’amicizia strappata” dalla sorte per la presidente di Terres des Hommes, che di quel primo incontro con la neuropsichiatra infantile conserva intatte alcune sensazioni. “Si vedeva che aveva un bagaglio d’esperienza, una grande onesta’ intellettuale, non voleva imporsi, era serena e serafica quando ammetteva di non aver avuto mai esperienza nella cooperazione, perchè diceva che ‘i bambini sono bambini'”.

L’aereo stava volando troppo basso per la zona montuosa in cui si trovava e c’era una fitta nebbia. “La causa dell’incidente- ricorda ancora Donatella Vergari- sembrerebbe esser stata un’informazione data male sull’altezza. Quei voli di solito erano militari, quello era il primo civile”. Il GPS- riportano alcune cronache di quei giorni- non ha funzionato o era spento, e nessuno si accorse di niente. “Paola è sepolta a Roma e il primo anno dopo la sua morte organizzammo un premio alla sua memoria che fu dato a una laureanda”, ricorda ancora Vergari con l’amarezza e il rimpianto di averla conosciuta troppo poco. Oggi, a Pristina, il “Centro di salute mentale per bambini e adolescenti” porta il suo nome e Paola Sarro rimarra’ per tutti la ‘dottoressa dei bambini’.

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