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L’incidente del 2016 e poi gli imprevisti, a Trieste tram Opicina ‘nato disgrazià’

E' pronto un programma di interventi per oltre 3 milioni di euro nel corso del prossimo triennio

Pubblicato:09-04-2018 10:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:44
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TRIESTE – “E anche il tram de Opcina xe nato disgrazià”. Che sia nato disgraziato non è solo il verso di una celebre canzone in dialetto che si canta a Trieste ma, sfortunatamente, è anche l’amara realtà vissuta da residenti e turisti. Il tram di Opicina, uno dei simboli storici del capoluogo giuliano che lo collega al Carso con una pendenza del 26%, è fuori uso da quasi due anni: precisamente dall’agosto del 2016 quando la linea ultrasecolare fu teatro di un frontale tra due carrozze (una saliva e l’altra scendeva) con otto feriti, poi riparate e pronte all’uso.

Da quel momento si sono susseguiti una serie di impedimenti tecnici, burocratici ed economici con il risultato che il tram è ancora fermo con buona pace di chi, soprattutto con l’arrivo della bella stagione e dei mesi estivi, vorrebbe raggiungere l’altopiano carsico godendo di una bella vista e senza dover muovere la macchina; ma sono soprattutto i turisti a restare a bocca asciutta e sicuramente per la città si tratta di un punto dolente non da poco essendo una delle attrazioni principali.

“Stiamo lavorando da mesi per la riattivazione della Trenovia con la Regione Friuli Venezia Giulia e Trieste Trasporti- riferisce l’assessore comunale ai lavori pubblici Elisa Lodi in un post su Facebook- il programma di interventi è articolato per oltre tre milioni di euro nel corso del prossimo triennio”. Quindi aggiunge: “Alcuni appalti sono stati già avviati: la messa in sicurezza di alberature e scarpate adiacenti alla linea, la progettazione dell’armamento della linea e i primi lotti dell’armamento necessario per il suo riavvio ma anche la gara per l’acquisto delle rotaie e delle trasversali oltre ad interventi sulla linea elettrica”.


Il Comune, inoltre, ha già impegnato un milione di euro al fine di realizzare il programma 2018, di cui una parte è inserita nel piano triennale delle opere “al fine di ottenere già quest’anno il benestare alla riattivazione della linea da parte di Ustif (l’ufficio ministeriale con sede a Venezia incaricato di dare il via libera alla ripartenza, ndr). Prima di Pasqua- conclude Lodi- abbiamo consegnato alla Regione il progetto per la riqualificazione e messa in sicurezza dell’armamento la quale lo ha trasmesso all’Ustif per l’approvazione”. Dal canto suo, il presidente di Trieste Trasporti Pier Giorgio Luccarini, spiega alla Dire: “Stiamo aspettando il collaudo da parte dell’Ustif e credo che per metà aprile il discorso della funicolare sarà chiuso, l’auspicio è che il servizio riprenda prima possibile compatibilmente con le gare e i lavori e sperando che non ci siano ricorsi. Allora i lavori dovrebbero procedere con una certa velocità ma sui tempi preferisco non sbilanciarmi”. Secondo Luccarini, in termini turistici “la città sta perdendo parecchio, il tram è un’attrattiva conosciuta da tutti e non vediamo l’ora che sia riparta perché è un nostro punto di forza da rilanciare poi ulteriormente, magari trovando intese con il Comune, al quale abbiamo dato supporto tecnico, e la Regione”.

I lavori previsti dovrebbero interessare tutto l’anno in corso, proseguire nel 2019 e concludersi -stando al cronoprogramma- nel 2020. L’impegno della Regione si era concretizzato in sede di manovra di bilancio con una posta di oltre tre milioni di euro per riqualificare la linea: 3,1 milioni in tre anni (500mila euro per il 2018, 1,2 milioni per il 2019 e 1,4 milioni per il 2020). La linea a trazione elettrica collega, con normali motrici tranviarie a due testate, la città posta al livello del mare con il suo altopiano carsico che si innalza a 348 metri.

Dal capolinea della centrale piazza Oberdan, dopo un breve tragitto, inizia la tratta in funicolare (unica nel suo genere) Piazza Scorcola – Vetta Scorcola dove le motrici si appoggiano a due carri-scudo vincolati ai capi di una fune traente che scorre in mezzo al binario. La pendenza massima della tratta tocca il 26% per poi ritornare fino all’8% quando le motrici, lasciato il carro-scudo, continuano il loro viaggio fino all’abitato di Villa Opicina. Lungo il percorso si aprono numerosi splendidi scorci panoramici sul golfo e parecchie sono le passeggiate ed i sentieri che si dipartono dalle fermate lungo la linea. L’inaugurazione sul tratto Piazza Scorcola – Vetta Scorcola con motrici a due assi di costruzione austriaca risale al 9 settembre 1902.

di Elisabetta Batic, giornalista

(Le foto sono tratte dal sito di Trieste Trasporti)


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