ROMA – Il caso della morte di Liliana Resinovich non è (ancora) chiuso. Tanti i punti oscuri sulla scomparsa della 63enne friulana, svanita nel nulla il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022. Due sacchetti in testa, sacchi neri intorno al corpo. “È stato un suicidio”, secondo i periti della Procura, che ha chiesto l’archiviazione del caso. La famiglia, però, non ci sta. “Fino a fine marzo abbiamo tempo per depositare opposizione e sicuramente verrà fatto”, ha annunciato, durante la trasmissione ‘Chi l’ha visto?‘ l’avvocato Nicodemo Gentile, che tutela il fratello della vittima, Sergio. A supporto della richiesta, nuove ipotesi avvalorate da esperti, tra cui Vittorio Fineschi, professore orinario di Medicina legale alla ‘Sapienza’ di Roma.
Il corpo di Liliana Resinovich, presentava “una mano e un piede macerati dall’acqua”– ragiona Fineschi- “Ciò accade se un corpo si è trovato in un posto umido e acquoso”. Il corpo potrebbe essere stato congelato?, lo incalzano dallo studio della trasmissione di Rai3, condotta da Federica Sciarelli. “Non posso escludere niente. Può essere stata congelata per un periodo“. Liliana Resinovich potrebbe essere stata in una grotta o calato in un pozzo? O in una foiba? La zona del Carso è ricca di strutture in cui si conservava il ghiaccio, alcune restaurate, altre semidistrutte e abbandonate. Il suo corpo è stato depositato lì?
C’è di più. Secondo quanto riportato dal professor Fineschi, il corpo di Liliana Resinovich presenta sul lato sinistro della testa una contusione, mentre nel lato destro, specie sulla mano, ci sono delle ecchimosi.
Non ultimo, l’esame autoptico non avrebbe chiarito neanche la data esatta della morte della donna.
La famiglia di Liliana Resinovich non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio. “Chiederemo al gip di fare nuove indagini- assicura l’avvocato Gentile- C’è stata questa folgorazione iniziale verso l’ipotesi del suicidio…noi siamo convinti che si tratti di un omicidio di prossimità“.
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