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Ucraina, Anpi: “Attenzione alla linea rossa che può allargare il conflitto”

Il presidente dell'Associazione Partigiani, Pagliarulo: "L'invio di armi a Kiev da parte dell'Italia può essere interpretato da Putin come atto di co-belligeranza"

Pubblicato:09-03-2022 14:04
Ultimo aggiornamento:09-03-2022 15:43

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ROMA – “La legittimità e la necessità della resistenza ucraina non sono assolutamente in discussione. La questione è: dov’è la linea rossa che può allargare il conflitto fino a scatenare una guerra mondiale? Fino a che punto possiamo aiutare la Resistenza ucraina diminuendo o sventando questo rischio? Secondo noi l’invio di armamenti da parte del nostro Paese può essere interpretato da Putin come atto di co-belligeranza”. Lo ha detto Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, a Radio Rai.

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“Sottolineo che questa non è una preoccupazione solo dell’Anpi e del movimento della pace – prosegue Pagliarulo – trovo, per esempio, molte coincidenze di opinione negli articoli di Mario Giro su Domani, di Franco Venturini sul Corriere della sera, di Gianfranco Pasquino sempre su Domani. Per non parlare di un recente sondaggio in base al quale il 76% degli italiani non sono d’accordo con l’invio delle armi in Ucraina. Non dimentichiamoci poi che l’aggressione criminale di Putin dura da 14 giorni e che in 14 giorni l’Unione europea non è stata in grado di mettere in campo una decisiva azione di trattativa per riportare la pace”.


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Pagliarulo, ricordando l’adesione dell’Anpi alla manifestazione per la pace del 12 marzo a Firenze, aggiunge: “Concludo sul paragone tra resistenza ucraina e la resistenza italiana: mi pare del tutto sbagliato perché gli aiuti ai partigiani italiani provenivano da forze che erano in guerra da anni. Se facciamo questo paragone dobbiamo dedurre che l’Italia è oggi in guerra con la Russia: un pericoloso falso, evidentemente”.

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