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BARI – “Ho denunciato perché non mi è sembrata corretta l’idea che qualcuno mi potesse mettere le mani in tasca: è una cosa che odio”. La voce di Felice Gemiti, imprenditore di 53 anni di Andria (Barletta – Andria – Trani), è decisa ed è risuonata con fermezza nel teatro “Lembo” di Canosa di Puglia dove è stato organizzato un incontro sulla legalità con gli studenti delle scuole superiori della città. A loro ha voluto raccontare la sua esperienza di imprenditore sotto scorta, che viaggia su un’auto blindata e che ha deciso di dire “no” alle richieste della criminalità organizzata iniziate nel 2013.
“Il momento in cui ho avuto più paura è stato quando hanno tentato di sequestrarmi: è stato terrificante perché non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo”, ha riferito alla platea nel silenzio assoluto. “Avere un fucile a canne mozze puntato alla testa, essere preso di peso, caricato su un’auto e coperto mi ha spaventato ma non ho mai avuto ripensamenti”, ha spiegato anche se ha ammesso “di aver avuto paura per i miei figli, i miei fratelli, la mia famiglia”.
Gemiti che si occupa di più settori produttivi dall’edilizia al turismo dopo aver investito in Svizzera e a Milano ha deciso di tornare in Puglia “perché ritenevo fondamentale far crescere il territorio in cui sono nato”, ha chiarito. Agli studenti ha detto “dovete godervi la vita ma lavorate nella legalità perché i risultati raggiunti nel rispetto della legge vi inorgogliscono”. Ai colleghi imprenditori invece consiglia di “fidarsi delle istituzioni. Io ora sono più tranquillo e la denuncia mi ha aiutato tanto”.
“L’omertà uccide la libertà e la speranza della gente. Non dimentichiamo che c’è anche una mafiosità di molti che delegano sempre agli altri il compito di intervenire e questa è una delle malattie più terribili”. Lo ha detto don Luigi Ciotti presidente di Libera contro le mafie a Canosa di Puglia, nel nord Barese, dove partecipa a un incontro sulla legalità.
“L’indifferenza è una sorta di rassegnazione: tanto le cose non cambieranno mai- ha aggiunto – Invece il cambiamento che noi desideriamo ha bisogno di ciascuno di noi e noi dobbiamo essere parte di questo cambiamento”. “Credo che bisogna avere più coraggio tutti e non lasciare soli quelli che si espongono”, ha continuato don Luigi ricordando che “la storia ci ha insegnato nel nostro Paese che dove si sono unite le forze degli onesti si è diventati una forza, dove chi ha denunciato non è stato lasciato solo è stato possibile voltare pagina e creare un percorso reale di cambiamento vero”. “Oggi è necessario rigenerarci tutti però, perché se non ci rigeneriamo come persone, cittadini, associazioni, degeneriamo- ha continuato- La denuncia è importante, oggi più che mai: non lasciamo solo chi lo fa. Non solo lo stato deve fare la propria parte, ma anche noi come cittadini”.
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