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Morani: “Il Pd non si meritava il ‘mi vergogno’ di Zingaretti”

"Si avvii un processo di discussione all’interno dell’Assemblea nazionale, che ci accompagni al prossimo congresso"

Pubblicato:09-03-2021 11:20
Ultimo aggiornamento:09-03-2021 11:21
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ROMA – “Quel ‘mi vergogno’ detto da Zingaretti mi ha colpita. Capisco la rabbia ma la nostra comunità politica non meritava quelle parole”. Così Alessia Morani, deputata del Pd, sottosegretaria al Mise nel governo Conte II, commenta in una intervista a “Open” i modi e i termini con cui Nicola Zingaretti ha dato le dimissioni, la scorsa settimana, da segretario del Partito Democratico.

“La scelta di Zingaretti ha colto di sorpresa tutta la comunità politica del Partito Democratico. Ora noi ci aspettiamo che, dopo la consegna ufficiale delle sue dimissioni alla presidente Valentina Cuppi, si avvii un processo di discussione all’interno dell’Assemblea nazionale, che ci accompagni al prossimo congresso. Congresso, a questo punto, indispensabile”, aggiunge Morani.

Adesso, “se le dimissioni di Zingaretti serviranno per darci una scossa, rispetto alla nostra identità, lo vedremo già nelle prossime settimane, certo è che nell’ultimo anno e mezzo, invece di discutere sulle trasformazioni socio- economiche e del lavoro, dovute alla pandemia, noi abbiamo incentrato il nostro dibattito sulla famosa alleanza strutturale o meno con il Movimento 5 Stelle. Purtroppo il nostro problema identitario non è stato affrontato e si è trasformato in polvere da mettere sotto il tappeto. Per questo motivo serve il congresso”.


In attesa del congresso, conclude, “non so se la scelta del reggente ricadrà sulla presidenza. Credo che servirà una persona autorevole, capace di ascoltare, fare sintesi tra le varie anime del partito e, soprattutto, servirà una figura capace di dare un segno di innovazione. Per questo credo che possa essere un bel segnale votare una traghettatrice donna. Ma non mi chieda di fare nomi, non spetta a me. Posso dirle, però, che tante colleghe donne del partito sarebbero all’altezza del ruolo”.

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