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Coronavirus, Rocco Siffredi: “Assurdo che il porno non si fermi, io non giro da due mesi”

"Mi aspettavo che anche gli altri Paesi assumessero misure simili, prendendo insegnamento dall'Italia"

Pubblicato:09-03-2020 18:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:07

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ROMA – “Ho utilizzato una chiave ironica perche’ sdrammatizzare e’ importante, ma bisogna allo stesso tempo far capire che non si tratta di un gioco“. Commenta cosi’ il regista e attore pornografico, Rocco Siffredi, intervistato dall’agenzia Dire in merito a un tweet diffuso oggi in cui, unendosi a molti artisti, esorta a suo modo le persone a rimanere a casa per evitare ulteriori contagi da Coronavirus.

Rocco Siffredi, intanto, fa sapere che l’industria del porno non si e’ fermata. “Ed e’ assurdo- dice- che non abbia ancora avuto uno stop. Da circa due mesi, cioe’ da quando e’ iniziata questa emergenza, io non giro piu’. Ma l’industria del porno non ha fatto lo stesso, stranamente. Non si e’ fermata l’Europa in generale, non si sono fermate Budapest, Praga, Parigi. Tutti gli attori continuano a girare”.

D’altronde succede sempre cosi’, racconta Siffredi all’agenzia Dire, quando “iniziano ad uscire i primi casi positivi al Coronavirus diventano tutti isterici, ma prima sembra che il problema non ci riguardi. Questa e’ la verita’”.


Il regista e attore pornografico non vuole pero’ fare un appello, per “il semplice motivo che ho capito che funziona cosi’. È assurdo- sottolinea- ma funziona cosi’. La stessa cosa mi chiedo per l’Ungheria, dove abito: perche’ ci mettono cosi’ tanto a bloccare le scuole e a bloccare tutto come sta succedendo in Italia? Mi aspettavo che anche gli altri Paesi assumessero misure simili, prendendo insegnamento dall’Italia, visto che ci sta passando e che almeno fino ad oggi ci sta rimettendo l’osso del collo. Le persone stanno prendendo il problema troppo alla leggera, poi accade che la sanita’ non funziona. E lasciamo perdere quella ungherese… Mi domando: perche’ bisogna sempre aspettare che uno ci sbatta la testa? L’essere umano e’ cosi'”, conclude Rocco Siffredi.

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