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Tg Sanità, edizione del 9 marzo 2020

A cura della redazione

Pubblicato:09-03-2020 13:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:07
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CORONAVIRUS. CONTE AGLI ITALIANI: SE SEGUIAMO LE REGOLE IL PAESE SI RIALZA

“Seguiamo le regole e l’Italia si rialzerà, la vera differenza ora la devono fare tutti i cittadini”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lancia un appello ai cittadini in un’intervista a ‘Repubblica’. Al quotidiano il premier ha rivelato anche di essersi sottoposto al tampone, che ha avuto esito negativo.“Dobbiamo fidarci degli scienziati, manteniamo la distanza di un metro, evitiamo baci, abbracci, strette di mano, rispettiamo le altre regole. Per parte nostra- ha aggiunto il premier- con il decreto-legge approvato venerdì sera abbiamo predisposto un piano straordinario per rinforzare il personale medico e infermieristico, mentre con altre iniziative ci siamo garantiti alcune linee produttive, qui in Italia, per disporre di attrezzature specialistiche per terapia intensiva e sub-intensiva”.


CORONAVIRUS. NEL NUOVO DECRETO MISURE PER LOMBARDIA E 14 PROVINCE

Un decreto duplice, con cinque articoli in tutto, che contiene sia i provvedimenti per contenere la diffusione del Coronavirus nella cosiddetta ‘zona arancione’ – allargata alla Lombardia e ad altre 14 province, dove i contagi sono maggiori – sia quelli validi su tutto il territorio nazionale. È l’ultimo documento firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che impone fino al 3 aprile nuove restrizioni al movimento delle persone a causa dell’emergenza in Lombardia e in alcune province di Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. L’ingresso e l’uscita da questi territori sono consentiti solo per “motivi gravi e comprovati”, di lavoro o di famiglia. Garantita la possibilità di rientro al proprio domicilio. Chi è in quarantena non potrà in nessun modo spostarsi. Le province interessate, oltre a tutta la Lombardia, sono: Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Vercelli e Asti. In totale, queste misure interesseranno oltre un quarto della popolazione italiana.

CORONAVIRUS. SPERANZA: CRISI SENZA PRECEDENTI, PUGNO FERRO CON CONDOTTE INTOLLERABILI

“L’Italia è un grande Paese, ma quando ci sono comportamenti sbagliati vanno puniti col massimo rigore”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo al programma ‘In mezz’ora in più’ su Raitre. Il ministro confida nella collaborazione di tutti i cittadini, visto che ci troviamo “ad affrontare una crisi senza precedenti”. Speranza ha quindi proseguito: “Io sono fiducioso, so che c’è quel senso di comunità che serve. Il virus non è uno scherzo, in parte del Paese c’è sottovalutazione. C’è bisogno di un patto tra istituzioni e cittadini, perché i comportamenti virtuosi sono decisivi. I decreti non bastano- ha infine concluso il ministro della Sanità- perché senza comportamenti corretti la battaglia diventerà complicata”.

CORONAVIRUS. REZZA (ISS): SERVONO DUE MESI SACRIFICI, NON SI TRATTA INFLUENZA

“Bisogna prendere misure su tutto il territorio nazionale e fare due mesi di sacrifici per contenere questo virus, che non è un’influenza”. A dirlo Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, intervistato a Radio anch’io su RaiRadio1. “Chi in passato ha detto che è come l’influenza ha sbagliato- ha proseguito Rezza- per quella abbiamo i medicinali e i vaccini per le persone più fragili. Ora dobbiamo attendere per vedere se quel trend positivo, leggero, che si comincia a vedere nelle ex zone rosse, si consolida. Le misure di distanziamento sociale stanno cominciando a dare qualche effetto”. I cinesi, ha quindi aggiunto l’esperto, hanno fatto “un grande lavoro, ma in Italia non può essere fatto nello stesso modo, quindi il richiamo è alla responsabilità dei cittadini. Bisogna anche usare deterrenti per chi in questo periodo crea assembramenti, o fa feste nei locali chiusi, perché è da irresponsabili”, ha infine concluso Rezza.

CORONAVIRUS. ANESTESISTI: LIMITE ETÀ PER RICOVERI, NECESSARI CRITERI ETICI CONDIVISI

Quindici principi etici per ammissione e dimissione dei pazienti ai tempi di Coronavirus. Sapendo che la struttura sanitaria italiana potrebbe non essere in grado di accoglierli tutti e dunque dovrà fare delle scelte. Lo suggerisce una relazione tecnica della Società italiana di Anestesia. “Le previsioni sull’epidemia da Coronavirus in alcune regioni italiane stimano per le prossime settimane, in molti centri, un aumento dei casi di tale entità da determinare un enorme squilibrio tra le necessità cliniche reali della popolazione e la disponibilità effettiva di risorse intensive”, si legge nella relazione tecnica degli anestesisti, che tra i 15 criteri straordinari, che riguardano tutti i pazienti intensivi e non solo i pazienti infetti con infezione da Covid-19 indicano come “potrebbe essere necessario porre un limite all’età di ingresso”, riservando per esempio “risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata”.

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