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Folla a Cisterna di Latina per l’addio ad Alessia e Martina Capasso: “Non doveva andare così”

Grande commozione dentro e fuori la Chiesa. Gli zii: "Grazie per l'amore che stiamo ricevendo da tutti voi"

Pubblicato:09-03-2018 11:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:36

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CISTERNA DI LATINA – Palloncini bianchi e rosa e due grandi cuori all’ingresso della chiesa. In centinaia si sono radunati davanti la parrocchia di San Valentino dove sono da poco iniziate le esequie di Alessia e Martina, le bambine di 7 e 13 anni uccise dal padre carabiniere, Luigi Capasso, il 28 febbraio scorso a Cisterna di Latina. Questa mattina il Comune di Cisterna ha proclamato il lutto cittadino.

LO STRISCIONE

“Solo che non doveva andare così…solo che tutti siamo un po’ più soli qui…sempre nel cuore”, si legge su uno striscione esposto sulla scalinata della chiesa.

IL SALUTO DEI COLLEGHI DI ANTONIETTA

Tra le corone di fiori presenti all’esterno della chiesa una riporta la dicitura ‘I colleghi della Findus’. L’azienda presso la quale lavora Antonietta Gargiulo, moglie di Capasso, ancora ricoverata all’ospedale San Camillo di Roma che proprio ieri ha saputo della morte delle figlie, ha deciso di sospendere la produzione per consentire ai colleghi della donna di dare l’ultimo saluto alle piccole.


L’OMELIA DEL PARROCO: E’ DAVVERO TUTTO FINITO?

“È con grande emozione che oggi, a nome di tutti, do l’estremo saluto terreno ad Alessia e Martina, due bambine da me conosciute ed amate”. È iniziata così l’omelia di Don Livio Fabiani che sta celebrando nella chiesa di San Valentino, a Cisterna di Latina, le esequie di Alessia e Martina, 7 e 13 anni, uccise dal padre Carabiniere Luigi Capasso il 28 febbraio scorso. “Alessia, battezzata e comunicata da me, il prossimo 6 maggio avrebbe dovuto ricevere il Sacramento della Cresima e Martina, a settembre avrebbe iniziato il suo cammino di catechesi parrocchiale. Ora è tutto finito. Ma è davvero tutto finito? Sono circa 50 anni che sono sacerdote- ha proseguito- e ho celebrato tanti funerali: funerali di persone suicide o uccise, di persone morte tranquillamente sul loro letto o tragicamente in incidenti vari, persone morte dopo una lunga malattia o morte all’improvviso senza che nessuno se ne accorgesse, giovani e anziani. Qualcuno potrebbe pensare che ormai sono abituato alla morte. No. Non sono abituato. Quando vedo una bara bianca un senso di ribellione mi assale e tanti perché affollano la mia testa. Perché? Mi chiedo e so che questo succede anche a voi, fratelli miei. Ma sappiamo tutti – ha proseguito- che umanamente parlando, non esistono risposte: allora ce la prendiamo tante volte con Dio, invochiamo la fatalità, parliamo di cattiveria umana, parliamo del caso. Ma restiamo sempre insoddisfatti e questo perché continua a perseguitarci. Dove trovare la risposta? La risposta c’è e la troviamo in questo luogo! Perché abbiamo portato Alessia e Martina qui? Non potevamo portarle in uno stadio dove ci saremo entrati tutti? O non potevamo portarle in un palazzetto dove saremo stati anche al coperto in caso di pioggia? No, le abbiamo portate qui in Chiesa perché questo luogo è stato molto famigliare per Alessia e Martina. Qui hanno pregato insieme alla comunità parrocchiale, qui hanno cominciato a muovere i primi passi sulla via della fede, e per Alessia nell’impegno cristiano nell’ACR, Azione Cattolica Ragazzi. È perciò in questo luogo che possiamo trovare la risposta che cerchiamo”.

“È la risposta della fede in Gesù che un giorno proclamò: ‘Io sono la via, la Verità e la Vita’. E in questa via hanno mosso i loro passi Alessia e Martina accettando la verità di quella Parola ascoltata che le ha fatte approdare alla vita eterna. Perciò da questo evento dobbiamo ricevere un messaggio di vita per dare un significato all’accaduto. Ce lo ha detto san Paolo nella Prima Lettura proclamata: “Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso … sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore” (Rm 14,7.8). Alessia e Martina ora vivono nel Signore. E non soltanto un messaggio di vita dobbiamo ricevere- ha aggiunto Don Fabiani- ma anche un messaggio di gioia! Si, avete capito bene: gioia! Alessia e Martina sono ora nella gioia di questo Regno e attraverso loro Gesù oggi dice a noi “se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”. In questo momento allora lasciamoci attrarre dalla vita e dalla gioia di Alessia e Martina e se anche è difficile ascoltiamo ancora Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” ha concluso.

GLI ZII DI ALESSIA E MARTINA: GRAZIE PER L’AMORE

“Grazie per l’amore che stiamo ricevendo da tutti voi, anche a nome di Antonietta, e grazie per le vostre preghiere perché ci stanno dando la forza per andare avanti. Grazie per l’affetto che ci ha circondato. Desidererremmo che l’amore che ci avete dimostrato continuasse a circondare anche nostra sorella Antonietta”. Sono queste le frasi pronunciate dai fratelli di Antonietta Gargiulo, madre di Alessia e Martina, al termine delle esequie, dal microfono dell’altare. Applausi dalla folla assiepata all’esterno della chiesa.

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