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Google AlphaGo sfida l’uomo e vince. Battuto il campione di Go

La macchina vs Lee Se-dol. Partita ancora aperta

Pubblicato:09-03-2016 16:47
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:08

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go 2ROMA – Uomo contro macchina, ragionamento e intuzione contro la fredda intelligenza artificiale. Una sfida che affascina e allo stesso tempo spaventa ma che, di anno in anno, si arricchisce di nuovi elementi, nuovi risultati. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che ha preso avvio questa notte a Seul e che proseguirà per altri quattro appuntamenti. Di fronte il campione del mondo di ‘Go’, il coreano Lee Se-dol , e Alpha Go, della Google DeepMind.

Palcoscenico della sfida la ‘goban’, la griglia composta di 19 righe orizzantali e altrettante verticali, sulla quale si svolge la partita di wéiqí, questo il nome cinese del Go. Il wéiqí, vecchio di 2500 anni, è considerato più difficile degli scacchi vista l’incredibile numero di mosse e contromosse possibili.

Al termine della prima sfida, Alpha Go e riuscito ad imporsi su Se-dol. Il campione però non dispera avendo davanti altre quattro match. Google punta molto sull’inelligenza artificiale e questo ‘esperimento’ ne è la riprova. Nel vecchio continente il computer aveva già battuto il campione locale, nonostante il nome, Fan Hui accreditato però di un livello di soli 2-dan. Lee Se-dol è di un altro livello, 5-dan, quindi per la macchina non sarà assolutamente facile imporsi. La prossima sfida cadrà nella notte tra giovedì e venerdì.



Il gioco del ‘GO’

go 3Nato in Cina, all’incirca 2500 anni fa, il ‘Go’ si è presto diffuso in tutta l’Asia e poi nel mondo. Il suo nome varia a seconda delle regioni dov’è praticato: wéiqí in cinese, igo in giapponese, e baduk in coreano. Go nel resto del mondo. Praticamente impossibile calcolare mosse e posizioni possibili. Sulla ‘goban’, la griglia di gioco con 19 righe orizzontali e altrettanti verticali, sono possibili 2,08×10170 posizioni (circa 1,67 ×1010 solo per le prime quattro mosse, ovvero i primi due turni) . I giocatori sono due e ognuno dispone di un certo numero di pedine – dette pietre – di colore bianco e nero. Lo scopo è quello di occupare la maggior parte della goban accerchiando le pedine avversarie e provando a non far mangiare le proprie. “Pietre dello stesso colore che siano adiacenti orizzontalmente o verticalmente formano un gruppo, le cui libertà sono la somma delle libertà delle pietre da cui è composto e che non può essere diviso successivamente, formando a tutti gli effetti una pietra unica più grande. Solo le pietre che siano connesse una all’altra da linee disegnate sul goban formano un gruppo; le pietre vicine diagonalmente non sono connesse. I gruppi possono essere ingranditi giocando altre pietre su intersezioni loro vicine o connessi insieme giocando una pietra su di una intersezione che sia adiacente a due o più gruppi dello stesso colore (fonte Wikipedia)”. Il giocatore deve decidere la sua strategia, mettere più ‘pietre’ vicine ma occupare meno spazio sulla pedana o spargere le pedine sulla griglia per occupare maggiori spazi ma con il rischio di farle restare isolate e quindi indifese. “Parte della difficoltà strategica del gioco consiste nel trovare un equilibrio tra queste necessità opposte. I giocatori cercano di soddisfare contemporaneamente le esigenze offensive e difensive e scelgono tra le priorità tattiche e i loro piani strategici. Il gioco termina quando i giocatori passano consecutivamente, indicando che nessuno dei due può incrementare il proprio territorio o diminuire quello dell’avversario”.


I precedenti uomo macchina

Proprio l’elevato numero di mosse possibili ha, di fatto, sempre fatto considerare il ‘Go’ una sfida impossibile per il computer ma, la vittoria contro il campione europeo, ha di fatto aperto nuove strade all’IA. AlphaGo di Google si regge su un sistema molto simile al cervello umano con ‘reti neuronali’ e ‘machine learning’ che regolano il comportamento della macchina facendolo assomigliare molto a quello dell’uomo. Oltre a ‘Go’ uomo e macchina si sono ‘scontrati’ nel gioco degli scacchi. Nel 1989 Kasparov e Deep Blue si sfidarono a New York e a vincere fu la ‘macchina’. KUKA Robot e Timo Boll, tedesco argento olimpico oltre 14 volte campione europeo di ping pong, invece, si sono sfidati davanti al ‘tavolo’ verde dando vita ad uno spettacolo senza precedenti. Computer ultra intelligenti sono stati impiegati anche in quiz televisivi dimostrando di poter ‘rispondere’ a domande aperte. Ma questa è un’altra storia.

go la sfida di Google

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