ROMA – La fiamma olimpica potrebbe spegnere 70 anni di tensioni e minacce nucleari tra le due Coree? Di certo, ai Giochi invernali di Pyeongchang, al via oggi, è presente anche una delegazione di 22 atleti nordcoreani, che hanno sfilato assieme ai loro “cugini” sudcoreani. Ieri, superato l’imbarazzo iniziale, gli atleti del Nord si sono lasciati andare alla musica e alle incitazioni delle loro 229 “cheerleader”, ballando e invitando a unirsi i ragazzi dello staff sudcoreano.
E se contemporaneamente alla prima sfilata olimpica, nella capitale nordcoreana se ne svolgeva una militare – forse per ricordare che le mazze da hockey non hanno sostituito definitivamente i fucili – ci si chiede quali chance abbiano questi sportivi di portare a casa qualche medaglia: alle sole otto edizioni a cui la Corea del Nord ha partecipato, ne sono state conquistate appena due, un argento e un bronzo. Niente oro. Ottenere una vittoria sarebbe un buon colpo per la reputazione internazionale del ‘caro leader’ Kim Yong-un, rappresentato a Pyeongchang dalla sorella più giovane Kim Yo-jong. La ragazza, che si suppone non abbia ancora 30 anni, è il primo esponente della famiglia a varcare il 38esimo parallaleo dai tempi della Guerra di Corea.
Per Pyongyang la speranza è rappresentata anzitutto dalla coppia di pattinatori su ghiaccio Ryom Tae-ok e Kim Ju-sik, già premiati a livello internazionale: allenati dal coach canadese Bruno Marcotte, volteggeranno sulle note di ‘A day in the life’ dei Beatles. Ryom e Kim – 19 e 25 anni – a gennaio si sono aggiudicati il terzo posto al Four Continents Figure Skating Championships, portando per la prima volta la bandiera nordcoreana sul podio di questa competizione internazionale che coinvolge tutti i continenti tranne l’Europa. Un altro bronzo lo hanno ottenuto nel 2017 ai Giochi asiatici invernali di Sapporo, in Giappone.
Una scelta simbolica, ma che ha sollevato critiche tra i tifosi sudcoreani: non solo le colleghe del nord potrebbero essere meno preparate – l’amichevole con la Svezia del 4 febbraio è stata persa 3-1 – ma, pu parlando la stessa lingua, sembra che dopo 70 anni di separazione le ragazze facciano fatica a comprendersi. A cambiare è soprattutto il lessico sportivo. L’allenatrice Sarah Murrey ha quindi deciso di ricorrere all’inglese, ma questo potrebbe creare problemi in termini di coordinazione e rapidità delle comunciazioni durante il gioco, ma Murrey si è mostrata ottimista: “E’ eccitante far parte di un evento storico”. La delegazione prevede anche due atleti di short track, Jong Kwang-bom e Choe Un-song, sebbene quest’ultimo si sia infortunato a una gamba qualche giorno fa, gettando dubbi sulla sua partecipazione. Tra i rivali di Seul spicca poi il 18enne sudcoreano Dae Heon Hwang, che sembra promettere emozioni forti. Nello sci tocca a Choe Myong-gwang, Kang Song-il e Kim Ryon-hyang, mentre nello sci di fondo in squadra figurano Han Chun-gyong, Pak Il-chol e Ri Yong-gum. Tutti si sono allenati insieme alla delegazione sudcoreana nella stazione sciistica di Masikryong, in Corea del Nord.
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