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Italicum, la Consulta: “Dal ballottaggio effetto distorsivo come il premio del Porcellum”

Per i giudici sarebbe stato compromesso il carattere rappresentativo dell'assemblea elettiva e l'eguaglianza del voto

Pubblicato:09-02-2017 20:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – “Non comprimere eccessivamente il carattere rappresentativo dell’assemblea elettiva e l’eguaglianza del voto”. E’ la motivazione con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il ballottaggio, com’era previsto dall’italicum. La Consulta spiega nelle motivazioni che con l’italicum “una lista può accedere al turno di ballottaggio anche avendo conseguito al primo turno un consenso esiguo, e ciononostante ottenere il premio, vedendo più che raddoppiati i seggi che avrebbe conseguito sulla base dei voti ottenuti al primo turno. Le disposizioni censurate riproducono cosi’, seppure al turno di ballottaggio, un effetto distorsivo analogo a quello che questa Corte aveva individuato nella sentenza n.1 del 2014, in relazione alla legislazione elettorale previgente”.

Per la Corte costituzionale il legislatore può “innestare un premio di maggioranza in un sistema elettorale ispirato al criterio del riparto proporzionale di seggi, purchè tale meccanismo premiale non sia foriero di un’eccessiva sovrarappresentazione della lista di maggioranza relativa”. Nel caso dell’italicum la Corte ravvisa una “lesione” dei principi costituzionali per le “concrete modalità dell’attribuzione del premio attraverso il turno di ballottaggio”.

“SISTEMI DI VOTO NON OSTACOLINO MAGGIORANZE OMOGENEE”

“L’esito del referendum del 4 dicembre 2016 ha confermato un assetto costituzionale basato sulla parità di posizione e funzioni delle due Camere elettive. In tale contesto la Costituzione, se non impone al legislatore di introdurre, per i due rami del Parlamento, sistemi elettorali identici, tuttavia esige che, al fine di non compromettere il corretto funzionamento della forma di governo parlamentare, i sistemi adottati, pur se differenti, non devono ostacolare, all’esito delle elezioni, la formazione di maggioranze parlamentari omogenee“, si legge nelle motivazioni della sentenza della Consulta sull’italicum.


“SÌ CAPILISTA BLOCCATI, DIVERSI DA LISTE PORCELLUM”

“Mentre lede la libertà del voto un sistema elettorale” come il porcellum “con liste bloccate e lunghe di candidati, nel quale è in radice esclusa, per la totalità degli eletti, qualunque indicazione di consenso degli elettori, appartiene al legislatore discrezionalità nella scelta della più opportuna disciplina per la composizione delle liste e per l’indicazione delle modalità attraverso le quali prevedere che gli elettori esprimano il proprio sostegno ai candidati”. E’ quanto scrivono i giudici della Corte Costituzionale in riferimento al sistema dei capilista bloccati in relazione al potere di scelta dell’elettore.  “Alla luce di tali premesse”, le norme contenute nell’Italicum “non determinano una lesione della libertà del voto dell’elettore, presidiata dall’articolo 48, secondo comma, della Costituzione.

Il sistema elettorale si discosta da quello previgente per tre aspetti essenziali: le liste sono presentate in cento collegi plurinominali di dimensioni ridotte, e sono dunque formate da un numero assai inferiore di candidati; l’unico candidato bloccato è il capolista, il cui nome compare sulla scheda elettorale (ciò che valorizza la sua preventiva conoscibilità da parte degli elettori); l’elettore può, infine, esprimere sino a due preferenze, per candidati di sesso diverso tra quelli che non sono capilista”.

di Alfonso Raimo, giornalista professionista

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