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Lo spopolamento? “Accogliamo i migranti nei nostri paesi” VIDEO

"Dall'integrazione puo' nascere ricchezza sociale", spiega la deputata Pd Enza Bruno Bossio, interpellata dall'agenzia DIRE

Pubblicato:09-02-2017 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – Accogliere i migranti, secondo il modello dell’accoglienza diffusa Sprar, per combattere lo spopolamento delle aree interne, in particolare al Sud.

E’ il modello realizzato da alcuni comuni calabresi che la deputata del Pd Enza Bruno Bossio consiglia anche ad altre comunita’ a rischio spopolamento.

“Dall’integrazione puo’ nascere ricchezza sociale“, dice Bruno Bossio, interpellata dall’agenzia DIRE.



Ieri in audizione il ministro dell’interno Marco Minniti ha presentato “un progetto integrato e strategico di accoglienza accolto trasversalmente da tutte le forze politiche”.

La premessa e’ di ordine “culturale ma anche pratico. Arrivano tantissimi migranti e non c’e’ una disponibilita’ del territorio e dei comuni ad accoglierli. Le commissioni non riescono a valutare se questi migranti sono richiedenti asilo o no. Il piano Minniti risponde con efficacia a queste esigenze”. L’accoglienza diffusa e’ uno dei capisaldi su cui poggia il modello proposto dal Viminale.


Bruno Bossio spiega che si potrebbero avere “molti piu’ comuni che aderiscono al progetto Sprar. C’e’ un contributo di 35 euro a persona per l’accoglienza, mentre i migranti hanno diritto solo al cosiddetto pocket money, da 2,5 euro. Se questi soldi finiscono in mano dei gestori privati, per i Cas o per i Cara, diventano business. Se invece vanno nelle mani della comunita’, dell’ente locale o del comune possono diventare ricchezza sociale. Non solo perche’ producono indotto lavorativo per molti. Ma soprattutto perche’ contribuiscono al ripopolamento delle aree interne che vedono via via scappare i giovani e restare soltanto gli anziani”.


In Calabria ci sono gia’ alcuni esempi. “Il caso piu’ famoso e’ quello del comune di Riace. Ma sono importanti anche gli esempi offerti da alcuni comuni in provincia di Cosenza e non solo, come Acquaformosa, Cerzeto e Scigliano. Ad Acquaformosa, ad esempio- conclude Bruno Bossio- la presenza delle famiglie migranti ha consentito la riapertura delle scuole che il sindaco aveva dovuto chiudere”.

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