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La Sardegna ribolle, Capelli-Uras: “Roma ascolti o è scontro” VIDEO

Otto mozioni approvate dal Parlamento all'unanimità. Due anni dopo: "Nessun riscontro". E la Sardegna scende sul piede di guerra

Pubblicato:09-02-2017 13:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – Otto mozioni approvate dal Parlamento all’unanimità. Due anni dopo: “Nessun riscontro”. I parlamentari sardi Roberto Capelli e Luciano Uras denunciano “lo strabismo romano” e chiedono al Governo di promuovere l’istituzione di “un tavolo Sardegna costituito da Stato-Regione-Autonomie locali, partecipato dalle organizzazioni sociali dell’impresa e del lavoro”.


Lo spiegano così: “Facciamo appello a tutti i livelli istituzionali- dicono in conferenza stampa a Montecitorio- perché si crei un fronte unico di confronto, altrimenti sarà scontro. Il caso Sardegna non può essere considerato un caso di campanile. E se non si darà voce alla protesta dei sardi, potrebbe salire agli onori della cronaca con manifestazioni eclatanti nei confronti del governo“.

Nonostante il voto della Camere, su tre macro-questioni – insularita’, tasse, servitu’ militari– in due anni dal Governo non e’ arrivata alcuna risposta. Anzi, spiegano Capelli e Uras, pur in presenza di responsabilità della Regione, dal Governo sono venuti a mancare i contributi per i nuovi farmaci e le nuove terapie.




Sostanziale indifferenza anche nel campo ambientale. “L’ultima prova ieri, quando abbiamo tentato di ottenere il riconoscimento di Sin, sito di interesse nazionale, per la piana di Ottana, nel dl mezzogiorno. Il governo ha rigettato la proposta. Evidentemente ritiene che la Sardegna sia di interesse per lo stoccaggio delle scorie nucleari e non per le bonifiche”, sbotta Capelli. Per tentare di recuperare, in questa fase finale di legislatura, il Governo deve istituire un tavolo ad hoc, “ma di natura politica”, osserva Capelli che biasima i “25 e inutili tavoli tecnici su singole questioni”. Ne’ possono bastare i “patti” per la Sardegna e per Cagliari, siglati dal precedente esecutivo. “Quelli erano la molto pomposa sistemazione di alcune strade interne e della metro di Cagliari”, spiega Uras e Capelli aggiunge: “si è trattato in gran parte della rimodulazione di risorse, di fondi gia’ precedentemente stanziati, come i carri armati di Mussolini…”.


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