In 8 giorni 5 suicidi in carcere, i sindacati: “Carneficina, fare subito qualcosa”

Ieri sera al Regina Coeli un detenuto di 23 anni si è impiccato nel bagno della sua cella. Prima di lui, dall'inizio dell'anno, c'erano stati altri quattro suicidi tra i detenuti e uno tra gli operatori. La Uilpa: "Ora basta"

Pubblicato:09-01-2025 09:55
Ultimo aggiornamento:09-01-2025 09:56
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ROMA – Sei suicidi in otto giorni, l’ultimo ieri sera nel carcere di Regina Coeli a Roma. A togliersi la vita, impiccandosi nel bagno della sua cella, è stato un detenuto romeno di 23 anni, arrestato ai primi di dicembre scorso per rapina e altri reati contro il patrimonio. Prima di lui, tra l’1 e l’8 gennaio, si sono uccisi altri quattro detenuti e un operatore di Polizia penitenziaria. “Una carneficina”, dice il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, ricordando che nel 2024 si è toccata “la cifra record di 89 reclusi e 7 agenti suicidatisi”. Per De Fazio è necessario fare qualcosa e il governo Meloni non può continuare a mantenere quella che definisce una “sostanziale inerzia”.

TROPPI DETENUTI, CARCERE SOVRAFFOLLATE, POCHI AGENTI

“Sono 1.060 i detenuti letteralmente ammassati a Regina Coeli a fronte di 566 posti disponibili, mentre appena 340 sono gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria assegnati, quando ne sarebbero necessari almeno 709 e senza tener conto del sovraffollamento. Una situazione che è da tempo ingovernabile e che meriterebbe interventi celeri e concreti da parte dell’esecutivo. Del resto, a livello nazionale, con oltre 62.000 detenuti presenti a fronte di 46.679 posti, il sovraffollamento è ormai prossimo a raggiungere, superandola, quota 16mila. Per converso, gli organici del Corpo di polizia penitenziaria continuano a depauperarsi anno per anno, mancando al fabbisogno più di 18mila agenti. È palese che in queste condizioni non si possa neanche pensare a concreti processi organizzativi, ma ci si rabbatti giorno per giorno mirando alla ‘sopravvivenza’, senza peraltro riuscire sempre a salvaguardala, come in questi casi. Parlare di articolo 27 della Costituzione e di rieducazione è esercizio di mera retorica”, aggiunge il segretario della Uilpa Pp.
Servono subito misure deflattive della densità detentiva, vanno compiutamente potenziati gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, è necessario assicurare l’assistenza sanitaria e vanno avviate riforme complessive dell’esecuzione penale. Il 2025 è cominciato malissimo”, conclude De Fazio.


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