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L’editore Valore: “Il Governo ascolti la voce dei dipendenti e aiuti la ‘Dire'”

"La crisi dell’agenzia Dire è aggravata dalla pesante eredità lasciata dalla passata gestione", sottolinea l'editore dell'agenzia Dire

Pubblicato:09-01-2024 10:01
Ultimo aggiornamento:09-01-2024 10:01
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valore
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ROMA – “Prendo atto della manifestazione organizzata da giornaliste, giornalisti e personale grafico della Dire sotto la sede dell’agenzia a Roma. Ringrazio i rappresentanti politici che, aderendo all’iniziativa, hanno evidenziato la necessità e l’urgenza di sostenere le imprese del mondo dell’editoria per salvaguardare il pluralismo dell’informazione e difendere i posti di lavoro di un settore in evidente difficoltà. Mi auguro che il sit-in porti a decisioni imminenti in questa direzione da parte del Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha improvvisamente sospeso la convenzione e il pagamento dei servizi giornalistici dell’agenzia Dire per fatti legati alla precedente proprietà. La crisi dell’agenzia Dire è infatti aggravata dalla pesante eredità lasciata dalla passata gestione, non solo in termini di passivo di bilancio ma anche e soprattutto per le ripercussioni del procedimento giudiziario in corso a carico dell’ex editore. Paghiamo per colpe non nostre ed è evidente che a queste condizioni è difficile andare avanti. Mi auguro, dunque, ci sia comunione di intenti – istituzioni in primis – nel voler sbloccare celermente questa situazione di stallo, per noi drammatica, che danneggia tutti i dipendenti della Dire e le loro famiglie. Il Governo ascolti la loro voce, aiuti a salvare la Dire”. Così, in una nota, l’editore dell’agenzia Dire, Stefano Valore.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


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