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Caso Lavinia Montebove, il processo è rinviato di 4 mesi: una delle imputate ha partorito

Chiara Colonnelli è imputata insieme insieme alla maestra di Lavinia, Francesca Rocca

Pubblicato:09-01-2023 15:36
Ultimo aggiornamento:09-01-2023 15:36
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VELLETRI – Un rinvio di 4 mesi, quando sembrava che la sentenza fosse sempre più vicina. E’ l’esito dell’udienza che si è svolta oggi, al tribunale di Velletri, del processo relativo alla vicenda della piccola Lavinia Montebove, la bimba di 5 anni in stato vegetativo dal 2018 dopo essere stata investita nel parcheggio dell’asilo. Imputate la maestra Francesca Rocca per il reato di abbandono di minore e l’investitrice Chiara Colonnelli che oggi, non presente in aula, ha richiesto tramite il proprio legale il rinvio del processo per legittimo impedimento per aver partorito lo scorso 24 dicembre. Il rinvio ferma i tempi di prescrizione.


La giudice Eleonora Panzironi ha rinviato l’udienza di 4 mesi ed è stato quindi un nulla di fatto sui due punti sui quali avrebbe dovuto sciogliere la riserva: l’ascolto della bambina A., oggi 14enne, che nel 2018, secondo l’accusa, avrebbe aiutato la maestra nella gestione dei bambini e alla quale sarebbe stata affidata Lavinia, senza la supervisione di adulti, nel parcheggio del nido. L’altra questione riguarda invece il possibile confronto richiesto dal Pm tra il padre di Lavinia, Massimo Montebove, e Chiara Colonnelli, l’investitrice.


“Ci aspettavamo almeno in parte questo rinvio- ha dichiarato alla stampa il padre di Lavinia, Massimo Montebove, presente in aula- posso solo augurarmi che da maggio si proceda celermente per arrivare a una sentenza entro l’estate. Sono passati 5 anni da quel maledetto giorno che ha distrutto la vita di mia figlia e quella di tutta la nostra famiglia. Abbiamo affrontato 10 udienze dove si è visto di tutto: dalla vergognosa proposta di risarcimento di 1 euro, ai tentativi della maestra di fronte alle telecamere dei tg di abbracciarci, dopo essere stata in silenzio per 4 anni”, continua Montebove ricordando anche che come genitori della piccola Lavinia hanno “denunciato una testimone per false dichiarazioni, e ancora il fatto che l’asilo era fantasma, quindi non in regola dal punto di vista amministrativo. Per non parlare- incalza- dei consulenti di parte proposti dalla difesa che hanno prodotto perizie imprecise secondo noi sulla dinamica dell’incidente. E ancora le affermazioni che come genitori abbiamo dovuto sentire in aula relative al fatto che Lavinia si sarebbe sottratta al controllo della maestra, come se in qualche modo fosse colpa sua. Cose fuori dal mondo. Ogni giorno devo ricordarmi di portare una divisa e di essere sempre stato una persona perbene grazie agli insegnamenti di mio padre e mia madre, perché davanti a tutto questo non è facile stare calmi. Siamo stufi, è vero- conclude- ma restiamo assieme alla mia compagna ancora fiduciosi nella giustizia“.


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