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Medici, infermieri e volontari più vicini al Gran Paradiso

Pubblicato:09-01-2022 11:07
Ultimo aggiornamento:09-01-2022 11:07
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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 9 gen. – L’Usl della Valle d’Aosta metterà a disposizione un medico con un’automedica; i volontari del soccorso mettono a disposizione un’ambulanza con i tecnici del soccorso. I due nuovi presidi fissi saranno a Cogne e a Saint-Pierre, a servizio dei Comuni dell’Unité Grand Paradis in Valle d’Aosta. Accanto ai due presidi fissi con ambulanza, il progetto ‘Aree interne’ prevede la presenza di un “infermiere di famiglia e di comunità”, che farà da ponte tra gli abitanti e il medico di base e gli specialisti, e un “assistant de hameau” che dovrà affrontare problemi di rilevanza sociale. Il progetto ‘Aree interne’ è stato presentato nel Salone ducale del municipio di Aosta, dal presidente dell’Unité Grand Paradis, Mauro Lucianaz, sindaco di Arvier, dal presidente dell’Anpas nazionale, Fabrizio Pregliasco, dal presidente regionale dell’Anpas, Massimo Pesenti. “Il governo ha scelto di sostenere le aree più deboli a livello demografico- ha detto Lucianaz- per frenare il fenomeno dello spopolamento e per cercare di invertire questa tendenza, il governo ha deciso di pensare a una strategia per le aree più deboli”.

Per farlo, “la strategia va a puntare soprattutto sui servizi essenziali: l’istruzione, la salute, la mobilità”. La strategia ‘Aree interne’ vuole garantire un’offerta formativa e livelli di apprendimento pari a quelli nelle aree urbane, una mobilità verso i centri che erogano servizi, l’accesso rapido e sicuro ai presidi sanitari. Per Lucianaz, durante il Covid e il primo confinamento “le famiglie hanno cercato di riavvicinarsi alla montagna, ora dobbiamo fare sì che i nostri territori siano davvero attrattivi, proprio per contrastare l’abbandono della montagna”. Il progetto coinvolge l’Unité, l’Usl, i volontari del soccorso di Cogne e di Saint-Pierre. Pesenti ha spiegato: “Quelle coinvolte sono le zone più lontane dal centro, con l’età media più elevata, con la popolazione più dispersa”. Il progetto coinvolge più di 2.310 persone, che vivono principalmente in 6 comuni. “Sono zone che hanno avuto una perdita della popolazione di oltre il 6% in 10 anni”. L’infermiere di comunità, l’assistente di villaggio e i presidi dei volontari vogliono “fronteggiare le malattie croniche, quelle più presenti in questa popolazione, portanto la ‘medicina di iniziativa’, intervenendo prima ancora che si sviluppino le malattie, qualcuno accede, porta conoscenza, interviene sugli stili di vita” ha sostenuto Pesenti.


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