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Saviano: “Teppaglia neofascista trova legittimazione presso le istituzioni”

ROMA - "Teppaglia neofascista e criminale, ecco cos’è chi ha aggredito i giornalisti de L'Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti.

Pubblicato:09-01-2019 15:20
Ultimo aggiornamento:09-01-2019 15:20
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ROMA – “Teppaglia neofascista e criminale, ecco cos’è chi ha aggredito i giornalisti de L’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti. E hanno pure rivendicato l’aggressione, motivando così il loro codardo atto di violenza: ‘Al popolo italiano di quello che scrivono e affermano i pennivendoli di regime poco interessa’”. Lo scrive su facebook Roberto Saviano.

“Ma cosa significa esattamente pennivendoli di regime? E quanto è grave- aggiunge- non capire che chi scrive prende posizione, sempre? E prendere posizione è un atto meritorio, esprimere un’opinione è un atto meritorio. Si può essere d’accordo o in disaccordo, ma non si può impedire alla stampa di fare il proprio lavoro che è quello di documentare ciò che accade. Non esiste neutralità nel racconto, non esiste la notizia riportata in maniera asettica, questo è importante capirlo, perché ogni opinione ci aiuta a formarcene una nostra, personale, che si costruisce anche in contrapposizione con quella di qualcun altro”.

“Ecco perché- prosegue- non possiamo tollerare chi dice in maniera più o meno esplicita: siccome non mi piace ciò che scrivi, ti impedisco di scrivere, magari con la violenza, magari con le intimidazioni o magari (come ha fatto più volte il ministro Di Maio) attraverso lunghi video diffusi sui social, che indicano i presunti colpevoli di disinformazione che poi, guarda caso, coincidono sempre con chi critica il governo. Tutto questo è inaccettabile, ed è pericoloso, per la legittimazione che in questa difficile fase politica la teppaglia neofascista, gemella dei gruppi criminali, sta trovando presso quelle istituzioni che, invece, dovrebbero mostrare solo distanza e dura condanna”.


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