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Insulti a Milano per l’agente che ha sventato bomba contro Casapound

La famiglia del poliziotto e il sindacato del Siulp invitano ad allentare il clima e promettono che perseguiranno tutti i commenti spiacevoli su siti e social network

Pubblicato:09-01-2017 14:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:46

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FIRENZE – “Artificiere fatti i cazzi tuoi, a Firenze avevamo ragione noi”. E ancora, “Polizia a Firenze: ‘guarda mamma, senza mani'”. Scritte “bruttissime” denuncia Antonio Lanzilli, il segretario generale del Siulp, che lancia “un appello per bloccare lo sciacallaggio da social network” montato sulla vicenda di Mario Vece, l’artificiere della polizia rimasto gravemente ferito nella notte di Capodanno da un ordigno sistemano davanti alla libreria “Il Bargello”, a Firenze, legata a Casa Pound. “Ora- aggiunge- è necessario stoppare le polemiche”. Anche perché “il clima che si sta creando attorno a Mario, un servitore dello Stato che nell’adempimento del proprio dovere ha perso una mano e si ritrova un occhio compromesso, non ci piace ed è ingiusto”. E’ seguendo questa logica che sia il Siulp che la famiglia dell’agente 39enne hanno presentato, annuncia Lanzilli, “una denuncia verso tutti coloro che si dovessero rendere responsabili di reati di diffamazione“, comprese le testate giornalistiche e i blog online. Lo hanno spiegato alla stampa durante un incontro che si è svolto questa mattina nello studio dell’avvocato Massimiliano Annetta, che assiste la famiglia. La denuncia depositata, spiega il legale, è rivolta “a quei contributi, chiamiamoli così, apparsi sui social network e su alcuni siti di informazioni nei commenti conseguenti agli articoli”.

La conferenza stampa di questa mattina a Firenze

Per il legale, infatti, è “orientamento uniforme della giurisprudenza ritenere responsabili le testate anche per i commenti rilasciati da utenti e lettori”. Su questo fronte, conclude l’avvocato, “è intendimento del Siulp e della famiglia di Mario perseguire tutti questi fatti. Niente sarà lasciato intentato”. Anche perché, termina Lanzilli, “alimentare questo clima nel Paese non serve a nessuno e francamente non lo comprendiamo. Evitiamo quindi di far polemica e stringiamoci attorno a Mario, a sua moglie Stefania e alle sue due figlie di 12 e 14 anni, che da ora in poi affronteranno un calvario fatto di prove non indifferenti”.

di Diego Giorgi, giornalista


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