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Il M5S va con gli europeisti: il 78,5% dice Sì all’alleanza con l’Alde

Il gruppo del M5S al parlamento europeo cambia alleati: dai pro-Brexit dell'Ukip agli europeisti dell'Alde

Pubblicato:09-01-2017 12:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:46

parlamento europeo
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ROMA – Il Movimento 5 Stelle lascia l’Ukip e confluisce nell’Alde. A confermare il cambio di collocamento all’interno del Parlamento Europeo è lo stesso blog di Beppe Grillo, dopo le votazioni online alle quali “hanno partecipato 40.654 iscritti certificati. Ha votato per il passaggio all’ALDE il 78,5% dei votanti pari a 31.914 iscritti, 6.444 hanno votato per la permanenza nell’EFDD e 2.296 per confluire nei non iscritti”.

I rappresentanti del M5S a Bruxelles avevano dato vita, nel 2014, al raggruppamento EFDD (Europe of Freedom and Direct Democracy) insieme agli inglesi di Ukip e altre delegazioni minori. “Con loro- si legge sul blog di Grillo- abbiamo condiviso i valori della democrazia diretta e abbiamo capito che nessun gruppo politico che siede al Parlamento europeo, è caratterizzato da una totale convergenza di vedute tra le varie componenti“.


Adesso, però, il percorso comune tra i pentastellati ed il partito di Farage si è interrotto. Dopo la Brexit, infatti, “imanere in EFDD equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune”. “Con lo straordinario successo del Leave- prosegue il blog di Grillo-, Ukip ha raggiunto il suo obiettivo politico: uscire dall’Unione europea. Parliamo di fatti concreti: Farage ha già abbandonato la leadership del suo partito e gli eurodeputati inglesi abbandoneranno il Parlamento europeo nella prossima legislatura.  Rimanere in EFDD equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti”.

Da qui, la scelta di avviare i contatti con le altre forze politiche all’interno del Parlamento Europeo. Dopo aver ricevuto il secco no da parte del presidente dei Verdi Sven Giegold, motivata “per le posizioni espresse in merito al processo di integrazione europea, alle politiche sull’accoglienza e l’immigrazione e alle funzioni dei membri del Parlamento europeo in relazione ad una società esterna privata, la Casaleggio associati”, il Movimento si è quindi rivolto all’Alde, l’alleanza dei partiti liberali, trovando un accordo per formare ” terza forza politica al Parlamento europeo”.

Il passaggio al gruppo dei liberali, che in passato ha visto gli endorsement di Mario Monti e Romano Prodi, ha però destato non poche perplessità. Il blog di Grillo, però, respinge le polemiche e chiarisce che “le condizioni politiche alla base dei negoziati con ALDE sono molto chiare”. Tra queste spicca la “totale e indiscutibile autonomia di voto“, “la risoluzione dell’emergenza immigrazione con un sistema di ricollocamento permanente” e “la promozione della green economy e lo sviluppo del settore digitale e tecnologico con maggiori possibilità occupazionali”. Il rapporto tra il M5S e i partiti liberali sarà comunque caratterizzato da “piena autonomia”, con il progetto dei pentastellati di dare vita “a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement) un progetto ambizioso che apre a un futuro in cui sempre più realtà europee condivideranno il valore della democrazia diretta”.

Oltre a queste motivazioni di carattere politico, i pentastellati sottolineano infine i motivi tecnici che hanno reso necessario questo passaggio: “Far parte di un gruppo politico- si legge ancora sul blog- significa avere diritto di parola durante le sessioni plenarie del Parlamento, essere rappresentati all’interno della Conferenza dei Presidenti, avere la possibilità di seguire l’iter legislativo come autori di regolamenti europei, ottenere fondi da spendere sul territorio, per le numerose attività d’informazione e formazione, rivolte ai cittadini italiani ed europei. Rifiutare di appartenere a un gruppo politico significa confluire nel raggruppamento dei Non Iscritti e perdere ognuna di queste opportunità. Significa occupare una poltrona con le mani legate: significa non poter lavorare”.

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