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Quarant’anni senza John Lennon e le ‘giustificazioni’ dell’assassino: chi era Mark Chapman

L’8 dicembre del 1980 l’ex cantautore e chitarrista dei Beatles moriva a New York

Pubblicato:08-12-2020 12:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:43

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ROMA – Quattro, quaranta, undici. Numeri apparentemente senza senso, come messi per caso uno vicino all’altro. Due parole, anzi un nome e un cognome, e quei numeri improvvisamente hanno ragion d’essere, trovando la loro collocazione nella storia di uno dei piu’ grandi musicisti di sempre, rivoluzionario per le sue canzoni come pure per le sue idee. Mark Chapman, esattamente 40 anni fa, metteva fine alla vita, alla storia, alla musica, di John Lennon. Tutto in un colpo solo, anzi in 4, come quelli sparati all’ex cantautore e chitarrista dei Beatles. Era l’8 dicembre del 1980. “Attenzione”, “gloria”, del resto Lennon “era molto famoso”. Chapman si e’ sempre trincerato dietro la stessa identica motivazione in questi 40 anni e lo ha fatto ogni volta che ha chiesto scusa a Yoko Ono e le 11 occasioni in cui ha presentato domanda per ottenere la liberta’ condizionale, l’ultima proprio quest’anno. Inutile dire come sia andata. Quel pomeriggio Lennon, insieme alla sua Yoko, aveva lasciato la sua residenza, il palazzo The Dakota in Central Park a Manhattan, a New York. Artista amato e riconosciuto in tutto il mondo, per lui era routine essere fermato dai fan anche sotto casa, per una foto o per un autografo. E cosi’ fece proprio Chapman. Con in mano una copia di Double Fantasy, l’ultimo album in studio registrato da Lennon, chiese e ottenne dallo stesso ex Beatles quello che forse sara’ l’ultimo autografo della sua breve vita. Chapman rimase li’, ad aspettarlo, dopo l’autografo, per altre 4 ore. Figura controversa, puo’ essere probabilmente associato a quella che oggi e’ la figura dello stalker. 

Fan dei Beatles, pare che arrivo’ a sposare una donna americana di origine giapponese, Gloria Hiroko Abe. Il motivo? Gli ricordava Yoko Ono. Sono quasi le 23, per l’esattezza le 22.52, quando Lennon e la Ono fanno ritorno nella loro residenza. Saranno i 23 minuti che cambieranno la storia della musica. Appena lo vide, Chapman chiamo’ Lennon prima di scaricargli addosso 4 dei 5 colpi sparati. Il musicista disse “Mi hanno sparato…”. Tra i primi ad accorrere, il portiere del palazzo che ospitava Lennon, Jose Perdomo, che disarmo’ un inerme Chapman e gli disse: “Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?”. Glaciale la risposta dell’assassino: “Si’, ho appena sparato a John Lennon”. Ferito gravemente, fu soccorso dai primi poliziotti arrivati sul posto, Steve Spiro e Peter Cullen: lo stato delle ferite non permetteva di aspettare l’arrivo dell’ambulanza. Furono loro, con l’auto di servizio, a trasportarlo al vicino Roosevelt Hospital. John Lennon viene dichiarato morto alle 23.15.

Oggi Lennon avrebbe avuto 80 anni. Quando Chapman decise di farlo morire “per la gloria”, ne aveva esattamente la meta’. Nato a Liverpool il 9 ottobre del 1940, con Paul McCartney diede vita ad uno strepitoso sodalizio, qualcosa di unico, alla guida dei Beatles. Insieme a George Harrison e a Ringo Starr, rivoluzionarono letteralmente la musica, abituato fino ad allora a ben altro. È il 1963 quando con l’album Please Please Me si mostreranno per la prima volta al mondo. Fino al 1965 usciranno altri 5 album, una media di due l’anno. La strada verso il mito era ormai imboccata, il successo era clamorosamente li’ a disposizione. Era cosi’ forte ed evidente che John Lennon stesso arrivo’ a dire, non senza grandi polemiche: “I Beatles sono piu’ popolari di Gesu’ Cristo adesso. Non so chi morira’ per primo. Il Rock and Roll o il Cristianesimo”


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