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Il rigurgito dei “negazionisti del voto”: così il trionfo di Trump alimenta il complottismo per il 2020

Non contenti del risultato trionfale stanno tornando alla carica per mettere in discussione i risultati delle elezioni del 2020, e seminare dubbi sulle serrate elezioni del Senato

Pubblicato:08-11-2024 11:09
Ultimo aggiornamento:08-11-2024 12:11

Trump presidente
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ROMA – I “negazionisti del voto”. L’elezione di Trump sta alimentando il rigurgito di questa categoria molto particolare del complottismo agonistico. Non contenti del risultato trionfale stanno tornando alla carica per mettere ulteriormente in discussione i risultati delle elezioni del 2020, e seminare al contempo dubbi sulle serrate elezioni del Senato, per il quale è ancora in corso lo scrutinio.

Erano ovviamente rimasti in silenzio sulle eventuali frodi di questa tornata, visto il risultato finale. Ma si sono mossi invece per sottolineare il numero totale non ufficiale di voti espressi, notando che nel 2020 erano state espresse 20 milioni di schede in più. Facendo finta di ignora il fatto che ci sono milioni di voti ancora in fase di conteggio in stati come California, Arizona e Nevada. “Dove sono finiti 20 milioni di voti tra il 2020 e il 2024? 15 milioni per Biden, 5 milioni per Trump. Chi crede che Trump abbia ricevuto 5 milioni di voti in meno nel 2024?”, ha twittato giovedì Cleta Mitchell, alleata di Trump e leader del movimento dei negazionisti delle elezioni.

Anche Abraham Hamadeh, che ha vinto le elezioni alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti in Arizona, ha fatto un’affermazione simile: “20 milioni di elettori democratici scomparsi: dove sono finiti?”
Quando tutti i voti saranno contati più di 157,5 milioni di persone avranno votato alle elezioni presidenziali, secondo una stima del New York Times. Nel 2020 furono 159,7 milioni.


“Il rifiuto delle elezioni è sempre stato, in sostanza, un tentativo di rifiutare e ribaltare i risultati che non piacciono ai negazionisti delle elezioni“, ha affermato Ben Berwick, un avvocato dell’organizzazione non-profit Protect Democracy. “Non sorprende che la falsa narrazione del voto evapori all’improvviso quando il candidato preferito ottiene buoni risultati e non sorprende nemmeno che sopravviva nelle tornate in cui il candidato preferito non ottiene buoni risultati”.

Nel suo discorso al Rose Garden, Joe Biden è tornato sulla questione: “Spero anche che possiamo mettere a tacere la questione sull’integrità del sistema elettorale americano”, ha detto. Evidentemente no.

Il delicato equilibrio che i negazionisti del voto hanno cercato di trovare dopo le elezioni è stato ben riassunto da Tom Fitton, un alleato di Trump che guida il gruppo conservatore Judicial Watch: “Il furto è stato effettivamente fermato”, ha twittato giovedì mattina. Poche ore dopo, però, ha scritto: “Ciò che sta accadendo in questo momento nella contea di Maricopa è corruzione elettorale”.

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