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In Basilicata cresce l’emigrazione: sono 698 i lucani che si sono trasferiti all’estero nel 2022

Il fenomeno ha subito un rallentamento nell'ultimo anno, ma continua a mantenere un flusso continuo e costante

Pubblicato:08-11-2022 17:09
Ultimo aggiornamento:08-11-2022 17:11
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POTENZA – Sono 698 (301 donne e 397 uomini) le persone che ufficialmente dal primo gennaio di quest’anno hanno lasciato la Basilicata per trasferirsi all’estero iscrivendosi all’Aire, a fronte di una riduzione netta di 7.580 lucani nell’arco di un anno, tra saldo negativo e trasferimenti in Italia. Lo rende noto il Centro studi internazionale Lucani nel mondo in occasione della presentazione del rapporto annuale questa mattina della Fondazione Migrantes.

I LUCANI ISCRITTI ALL’AIRE SONO 139.792

L’incidenza sul fenomeno migratorio in generale è pari all’0,8% del totale degli espatriati che nel complesso portano i lucani ufficialmente residenti all’estero a quota 139.792. In generale la popolazione residente in Basilicata al primo gennaio 2022 è di 539.999 unità (lo scorso anno era di 547.579). Il fenomeno ha subito un rallentamento nell’ultimo anno (nel 2020 i lucani emigrati, per lo più giovani, erano 1.080) ma che continua a mantenere un flusso continuo e costante.

“BUONA PERCENTUALE DI PENSIONATI E FAMILIARI CHE SEGUONO I LORO FIGLI”

“Tra i 698 nuovi emigrati – precisa il centro studi – si annovera anche una buona percentuale di pensionati o di familiari che seguono i loro figli, pur essendo questo un fenomeno circoscritto ai trasferimenti in altre regioni italiane o nei paesi europei che garantiscono una migliore fiscalità”. I flussi lucani continuano a privilegiare la residenzialità in Argentina, Germania, Svizzera, Brasile. Nella classifica dei luoghi di origine nel mondo, in testa in Basilicata resta Marsico Nuovo (con 3.337 iscritti all’Aire), seguito da Potenza (con 3.229 e un balzo netto in avanti rispetto ai 3.070 del 2021).


SCAGLIONE (CENTRO STUDI LUCANI NEL MONDO): “SERVE INCENTIVAZIONE AL TURISMO DI RITORNO”

“Senza una politica seria di incentivazione e conoscenza del fenomeno del turismo di ritorno – commenta il presidente del centro studi, Luigi Scaglione – anche i fondi di rigenerazione dei borghi rischiano di essere pane per pochi eletti senza risultati e i lucani continueranno inesorabilmente a partire”. 

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